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sabato, 27 Luglio 2024

Apre Casa Ail, la prima casa gratuita per il malati di leucemia

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Bernardo Basilici Menini

E’ stata inaugurata questa mattina Casa Ail, il centro per i pazienti non residenti che devono affrontare lunghi periodi di cura, assistiti dai propri familiari. In via Nizza 24, è la prima casa completamente gratuita che ospita i malati di leucemia o quelli post trapianto, che devono stare 100 giorni vicino all’ospedale dopo l’intervento: i malati ematologici in questo periodo hanno un forte rischio emorragia e soprattutto devono fare dei controlli in ospedale due o tre volte la settimana. Chi se lo può permettere affitta un alloggio o va in albergo, altrimenti la situazione diventa molto difficile. Il fatto che a Torino ci siano delle eccellenze nel campo della lotta alla leucemia fa si che molti pazienti provengano da altre città o da altre regioni.

Oltre all’alloggio Ail mette a disposizione anche la possibilità di un taxi gratuito che trasporta tra casa e ospedale i pazienti, che non possono prendere i mezzi pubblici data la condizione di estrema deficienza del sistema immunitario. La struttura ha per il momento sei camera doppie che permettono anche ai parenti di essere ospitati. Per arrivare al traguardo sono stati necessari molti fondi: a contribuire sono state la Compagnia di San Paolo, i proventi della vendita delle uova di Pasqua e delle stelle di Natale, che vengono raccolti ogni anno nelle piazze in occasione delle feste da Ail, donazioni di privati e tutta una serie di manifestazioni come raccolti fondi, cene di beneficienza e partite di calcio.

«Abbiamo deciso nel 2015 di non occuparci solo di borse di studio e ristrutturazione di impianti ospedalieri, ma di essere anche vicino al malato e alla sua famiglia – dicono da Ail – Riteniamo sia il modo migliore per anticipare la dimissione e andare in contro alle esigenze della sanità e soprattutto per far vivere al malato il post trapianto il più possibile simile alla propria casa».

Presente all’incontro anche il Enzo Lavolta, in rappresentanza della Città di Torino: «Non si tratta soltanto di un atto che vuol sottolineare il vostro prezioso lavoro – dice Lavolta – Rappresenta, ancor prima, il riconoscimento del grande valore di una associazione che lavora quotidianamente per migliorare la vita sia del paziente che delle famiglie. E’ necessario infatti che la speranza di vita dignitosa si consolidi come un bene comune, del quale l’intera comunità sia garante e partecipe. E non mi stancherò mai di ripeterlo: l’Italia del volontariato, l’Italia della solidarietà , l’Italia dell’impegno civile è davvero l’Italia migliore».

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