Pubblichiamo integralmente il contribuito della sindaca Chiara Appendino sulla vicenda e sul futuro del Parco del Valentino.
Stop abusi nel Valentino: il parco tornerà ad essere di tutti i cittadini
scritto da Chiara Appendino
Sul Valentino – come spesso capita quando si usa ogni pretesto per portare avanti strumentalizzazioni politiche – si è parlato troppo a vanvera. Come sapete amo parlare di fatti concreti, preferendo la politica alla polemica.
I fatti tuttavia sono talvolta più complessi di semplici slogan, pertanto vi chiedo di dedicare un po’ della vostra attenzione a queste righe, ripromettendomi di tornare sul tema nei prossimi giorni per essere ancora più chiara.
Partiamo da un presupposto: il Valentino è un meraviglioso tesoro verde della nostra Città. I cittadini lo amano, i turisti lo ammirano, gli sportivi ne fanno la loro casa.
Tuttavia, come sempre, c’è molto lavoro da fare.
I locali del Valentino
Per quale motivo in questi anni alcuni locali del Valentino hanno chiuso?
La risposta è la più semplice che possiate immaginare: erano o sono fuorilegge. Diamo dei numeri
Fluido. Circa il 70% dei volumi è abusivo, a cui si aggiunge il 50% dell’area scoperta
Chalet. Circa il 90% dei volumi è abusivo
Cacao. Tutti i volumi di modesta entità abusivi sono stati demoliti ma vi sono terrazzamenti e percorsi pergolati mai autorizzati.
Cosa significa questo?
Che chi frequenta quei locali è in potenziale pericolo qualora dovessero verificarsi situazioni di emergenza. E, ci dispiace, su questo nessuno di noi ha intenzione di soprassedere.
Ma allora fino ad oggi?
Bella domanda. Fino ad oggi – o meglio, fino a tre anni e mezzo fa – come purtroppo a Torino è successo in molti casi (vedi l’ex-MOI), la situazione è semplicemente stata ignorata. Si è lasciato correre. Si è assistito alla degenerazione degli eventi. Poco importa se c’erano locali di 15,30 o addirittura 50 anni che la legge, dal 2004 in poi, imponeva di demolire. O se la Città, a fronte di inadempimenti, avrebbe dovuto rivendicare la proprietà degli spazi molto tempo prima. Perché, sia chiaro, quegli spazi sono dei cittadini. Tutti. E nessuno può lasciar correre quando pochi concessionari lucrano su su spazi della comunità, al di fuori dei perimetri normativi.
Ora, la domanda è: se fosse successo qualcosa, chi ne avrebbe risposto? Dov’era negli ultimi dieci anni (sottolineo, ultimi dieci anni) chi avrebbe dovuto vigilare? Come è possibile che questi abusi siano stati portati avanti alla luce del sole? Dovevamo arrivare noi? Ecco, era necessario intervenire e siamo intervenuti.
Ok, ma adesso? Il Valentino deve avere i suoi locali
Vero. Sono e siamo assolutamente d’accordo. Chiariamoci però su un altro punto: una situazione radicata da decenni non può risolversi con un colpo di bacchetta magica da un giorno all’altro. Ora andiamo al concreto. Come dicevo prima, sin dal primo giorno del nostro insediamento abbiamo preso a cuore le vicende del Valentino, cercando di trovare ogni soluzione possibile, sempre nell’interesse della Comunità.
Nuova vita per il Valentino
Nei prossimi giorni verrà approvata dalla Giunta una delibera quadro. Questa permetterà di rimettere a bando gli spazi del Parco che possono avere una destinazione commerciale. Ora a norma, in modo tale che tutte e tutti si possano divertire in sicurezza, nel rispetto del Parco, delle sue peculiarità e dei residenti. Il Valentino avrà di nuovo spazi per incontrarsi, divertirsi, ballare, fare aperitivo o una cena all’aperto.
Ma non dimentichiamoci che il Valentino è innanzitutto un parco. Proprio in questi giorni si stanno concludendo lavori attesi da tempo. È in corso il ripristino di 38 panchine, di tutte le aree fitness, delle aree giochi più ammalorate. Inoltre, a brevissimo, vi comunicheremo la conclusione dei lavori di ripristino del Giardino Roccioso.
A questo si aggiungono 900mila euro stanziati per il rifacimento di tutta la metà sud del Parco. Inoltre riapriranno i Murazzi, altro simbolo della Città abbandonato per anni e che ora, finalmente, ha un progetto di riqualificazione per restituirli alla Città.
Sappiamo che sono priorità, non ci siamo mai fermati. Preferiamo lavorare piuttosto che parlare.
E se tutti insieme lasciassimo più spazio allo studio delle situazioni piuttosto che alle strumentalizzazioni perpetue, probabilmente Torino starebbe molto meglio.
In ultimo, lasciatemi ringraziare tutti gli Assessorati coinvolti per questo lavoro di concerto. E, non ultimo, il prezioso lavoro delle Forze dell’Ordine che in questi mesi hanno dedicato particolare attenzione a questo luogo simbolo della comunità di Torino.