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sabato, 27 Luglio 2024

Appendino prima di proporre l’alleanza con il Pd ne ha parlato con i suoi? Non si può lanciare un progetto senza un confronto

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Il laboratorio Pd-M5s-Leu a Torino si apre e si chiude con la stessa tempistica che si apre e si chiude un banchetto per la campagna elettorale in qualsiasi mercato cittadino. Già. Vi immaginate il militante pentastellato o Dem che spiega all’elettore con in mano le buste della spesa il perché di quest’alleanza improvvisa? Cosa gli dirà mai per convincerlo: “Ma non è stato una cattiva amministrazione in fondo” oppure “Il vecchio sistema Torino? Ma no dai anche come opposizione il Pd è stato costruttivo”. E tutti in coro “Basta ca ce sta ‘o sole…Ca c’è rimasto ‘o mare, Na nénna a core a core, Na canzone pe’ cantá… Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…Chi ha dato, ha dato, ha dato…”. 

Dunque: che a Roma qualcuno spingesse per l’alleanza giallorossa in salsa sabauda dopo quella in salsa capitolina non è un mistero. Ma a Roma avevano pure pensato che il miglior candidato per il centrosinistra fosse Claudio Marchisio (che comunque non sarebbe male come Assessore allo Sport, c’è da dire).

Insomma si dicono tante cose, giusto per continuare a perdere tempo, mentre il centrodestra ti piazza il faccione di Paolo Damilano sui muri di Torino, facendo conoscere al torinese almeno uno dei possibili candidati a sindaco.

Poi arriva Chiara Appendino, che, a parere di molti, se si fosse ricandidata non diciamo che avrebbe vinto ma qualche problemuccio agli altri concorrenti lo avrebbe creato (la sindaca continua a piacere a non pochi torinesi), e con un’intervista a “La Repubblica”, quotidiano che non è mai stato tenero con l’amministrazione M5s, rilancia l’alleanza giallorossa.

E mentre arrivano i commenti sia dai Dem che dai pentastellati, praticamente tutti contrari all’idea, c’è da chiedersi lo scopo di questa uscita, che sotto la Mole può magari piacere ad uno o due, restando in Sala Rossa, consiglieri comunali della maggioranza o della minoranza. Non di più.

Ma vi ricordate le mazzate che si sono dati per anni Pd e M5s in consiglio comunale? Da una parte chi dava praticamente del ladro all’altro (onestà, onestà), dall’altra chi dava dell’ignorante disoccupato e mantenuto all’altro…Normale scontro politico, che con il dialogo ha comunque poco da vedere. Però sappiamo bene che in passato (e vai nuovamente con il coro) i nemici sono diventati amici e al contrario. E che fedeltà e coerenza spesso e volentieri sono state messe in un armadio insieme agli scheletri. 

E allora “Che fare?” direbbe Lenin. Magari prima di lanciare un progetto parlarne con la base e i militanti. E poi estendere il discorso all’interna cittadinanza.

Suggerimento non richiesto: a questo punto perché gli esponenti di spicco del Pd torinese, di Leu e del Movimento Cinque Stelle non organizzano un bel dibattito, ovviamente visto il Covid, su una qualsiasi piattaforma. S’incontrino e parlino una volta per tutte di questa possibile o non possibile alleanza giallorossa.

Poi, accantonata l’idea o accettata, si lavori seriamente per queste amministrative perché non c’è molto tempo e c’è chi deve recuperare terreno nei confronti di Damilano, che magari sognerà veramente di diventare parlamentare a Roma, ma che rischia di diventare il futuro sindaco di Torino, senza manco volerlo troppo.

E basta con questo “fronte unico” per fermare l’avanzata della destra: non ci crede più nessuno.

Insomma incontratevi pubblicamente una volta per tutte, chiarite. Così, giusto per evitare le pernacchie quando andrete ai mercati a volantinare. 

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