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mercoledì, 4 Dicembre 2024

Anche a Napoli i portuali non caricano armi sulle navi per Israele

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Settimana scorsa la protesta era partita da Livorno, dove i portuali si erano rifiutati di smistare le partite di armi sulle navi destinate a Israele. Ora sono i lavoratori portuali di Napoli ad aderire alla protesta. 

Ecco il comunicato dei Si Cobas:

I lavoratori del Porto di Napoli aderenti al SI Cobas si uniscono nella lotta contro lo smistamento di armi che attraversano i nostri scali.

Armi che servono ad alimentare guerre e profitti contro il popolo palestinese che da anni subisce una spietata repressione ad opera di Israele.

Una repressione che nelle scorse settimane ha portato allo sgombero di alcune famiglie arabe dalle proprie case a Gerusalemme Est e che è sfociata nel bombardamento di Gaza con centinaia di morti, comprese decine di bambini , in risposte alle rivolte scoppiate in tutti i territori occupati.

Noi siamo senza se e senza ma al fianco del popolo palestinese, contro l’occupazione e l’aggressione sionista a Gaza.

Denunciamo la complicità del governo italiano e della quasi totalità delle forze parlamentari con l’aggressione israeliana, e il silenzio-assenso dello Stato al transito di armi da guerra israeliane sui nostri porti.

Le nostre mani non si sporcheranno di sangue per le vostre guerre.

I lavoratori del SI Cobas del Porto di Napoli 

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