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sabato, 27 Luglio 2024

Altro che collaudatori di materassi, qui facciamo test scientifici

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Alessandro Cicolin, responsabile del Centro Disturbi del Sonno, dell’Università degli Studi di Torino, in questi giorni impegnato con il suo staff nell’esperimento di via Cherasco, parla del suo studio tra temperatura e sonno al quale si sono prestati circa 20 volontari. Ma guai a chiamarli “collaudatori” di materassi o “cavie umane”.
Ci può spiegare come nasce questo studio con la multinazionale di materassi e di cosa si tratta?
È cominciato tutto 6 o 7 anni fa quando una multinazionale italiana, la “Technogel”, ci chiese di verificare la funzionalità dei loro materassi con un substrato a base di gel rispetto ad altri standard. In quel caso abbiamo realizzato uno studio centrato proprio sulla qualità del sonno dei soggetti da un materasso all’altro.
Quest’anno stiamo realizzando invece un secondo studio, in questo caso fisiologico, che stiamo portando avanti anche con la collaborazione di un grande fisiologo che per noi del settore è considerato un mostro sacro, lo svizzero Krauch. In questo caso i soggetti, volontari, sani, vengono monitorati durante il sonno ma su letti completamente diversi tra loro, alcuni in gel e altri standard, per monitorare i cambiamenti della temperatura corporea durante il sonno, che può variare quindi in base al materasso e alla temperatura della stanza.
Mi scusi ma spiegato in questo modo non sembra un esperimento tanto diverso dal primo. Qual è la differenza sostanziale dal primo studio? So che la parola “collaudatori di materassi” non le piace ma sembra proprio quello che fanno questi volontari.
Assolutamente no. Non si può parlare di collaudare materassi. È un termine riduttivo di uno studio importantissimo. Qui si studia l’effetto “volano termico”, ovvero la dispersione della temperatura corporea durante il sonno, spesso causa di insonnia. Un campo che negli ultimi anni grazie ad esperimenti come questo sta facendo grandi passi avanti e che un domani potrebbe portare alla cura dei disturbi del sonno senza l’uso di medicinali.
I partecipanti come detto sono volontari, ma c’è una selezione? Qual è esattamente il loro ruolo?
Abbiamo scelto di fare l’esperimento su persone che rientrassero in una fascia specifica di età, tutti maschi tra i 25 e i 35 anni, che non abbiamo “reclutato” e che non hanno risposto ad annunci, ma abbiamo trovato tramite nostre conoscenze, quasi un passaparola. Poi abbiamo valutato la qualità del loro sonno e abbiamo selezionato una decina di persone che alla fine dell’esperimento, attualmente in corso e che terminerà tra due mesi, dovrebbero diventare una ventina.
Ora ci spieghi cosa fanno.
Certo. Tutti possono portare il proprio cuscino, la prima notte è di adattamento. La seconda notte si cambia materasso e la terza si scambia materasso e stanza, che però è sempre termostatica (ovvero che mantiene sempre la stessa temperatura con variazione massima di mezzo grado ndr). A noi spetta il compito di monitorare la temperatura corporea durante il sonno tramite elettrodi e un piccolo termometro bluetooth , che il soggetto ingerisce come fosse una pillola.
Chi non è esperto del settore potrebbe chiedersi perché fare esperimenti sull’insonnia su soggetti sani anziché su persone che presentano disturbi del sonno?
Fare un esperimento su un soggetto che soffre di insonnia includerebbe un numero di variabili troppo vasto per un risultato soddisfacente. In quel caso poi, non potremmo utilizzare solo 20 volontari ma 200 che si tradurrebbe in costi troppo elevati.
A questo proposito. Uno studio che richiede un impegno non indifferente avrà anche dei costi altrettanto importanti. Che ruolo ha in questo la multinazionale e che cosa ci guadagna il “Centro Multidisciplinare per i disturbi del Sonno”?
Prima di tutto bisogna chiarire una cosa. Questa non è una partnership tra la Technogel e l’Università di Torino e tantomeno con l’ospedale Molinette, dal quale siamo totalmente indipendenti.
La multinazionale ha fornito i materassi senza i quali lo studio non sarebbe stato possibile e ha fatto una donazione al dipartimento di Neuroscienze dell’università, che in questo caso ci ha guadagnato anche le stanze termostatiche che prima non avevamo.
La somma della donazione è agli atti dei verbali. Il bilancio del dipartimento è online, ma l’aspetto fondamentale è che quei soldi verranno utilizzati per borse di studio e altro. Ricordiamoci sempre che la ricerca vive grazie a questo.
Il mio guadagno personale è una pubblicazione di alto livello scientifico con nomi di caratura mondiale, e prestigio per l’intero dipartimento.
I volontari che si sono prestati all’esperimento hanno avuto solo un rimborso spese forfettario di 150 euro, a spese del dipartimento.
Quindi fra qualche mese non vederemo materassi della Technogel sponsorizzati come “clinicamente testati”?
Assolutamente no.
E il guadagno della multinazionale qual é? Perché dovrebbe partecipare ad uno studio costoso solo per dei test?
Questo non lo so e non ci interessa saperlo. Il loro guadagno sicuramente sta nel risultato del nostro esperimento. I dati dei nostri studi saranno utilizzati dai loro ingegneri per sviluppare materassi più innovativi e confortevoli.
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