Sul palazzo del Municipio di Almese, comune della bassa Valle di Susa, nel fine settimana le tradizionali bandiere dell’Italia e dell’Unione Europea sono state affiancate da vessilli meno usuali per le facciate istituzionali: due striscioni contro la linea ad alta velocità Torino-Lione.
L’occasione era data dalla festa patronale di Almese, in cui gli ospiti di punta erano i popolari Lou Dalfin, gruppo folk rock delle valli Occitane piemontesi che hanno più volte partecipato a iniziative organizzate dal movimento No Tav, dando così il proprio appoggio alla battaglia contro l’alta velocità.
In questo senso gli striscioni a sfondo bianco con il treno crociato in rosso, in cui è facile imbattersi percorrendo la Valle di Susa, volevano riprendere il messaggio dei Lou Dalfin in difesa del territorio. Come sempre, però, la questione Tav divide gli animi in maniera netta, tanto più nel territorio valsusino, dove la vicenda del treno è argomento scottante e dove l’ultima tornata elettorale ha visto molti comuni portare sulla poltrona del sindaco candidati dichiaratamente contrari all’opera.
Tra questi c’è anche Ombretta Bertolo, prima cittadina di Almese, che si è difesa dal polverone e dalle polemiche sollevate dall’immagine dei vessilli No Tav affermando che hanno campeggiato sulla facciata del Comune per la sola durata del concerto della band occitana.
In appoggio del sindaco Bertolo è intervenuta Francesca Frediani, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, che ha parlato di «polemiche fuori luogo». «Gli spazi comunali (su tutto il territorio nazionale) spesso vengono utilizzati per inviare messaggi, si pensi al caso dei Marò detenuti in India o per chiedere la liberazione di cooperanti rapiti in zone di guerra» scrive la Frediani in una nota. «In questo caso il messaggio riguarda la salvaguardia del territorio della Val Susa» e pertanto gli striscioni No Tav «sono legittimi e democratici».