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mercoledì, 16 Ottobre 2024

All’inaugurazione di Eurovision la protesta contro il lavoro gratuito dei volontari 

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Sabato 7 maggio in occasione dell’inaugurazione dell’Eurovision, al Parco del Valentino è indetto un presidio da parte della sigla “Dobbiamo Vivere” che riunisce lavoratori precari e disoccupati, per denunciare “l’utilizzo del lavoro gratuito nella realizzazione del festival internazionale e nelle attività abituali del Comune di Torino, nonché la diffusione massiccia di forme di lavoro gratuito e semigratuito”.

Come spiegano nel loro appello: 

“Come disoccupati e precari organizzati ci opponiamo con forza alla diffusione del lavoro gratuito e semigratuito, e del volontariato istituzionalizzato che sostituisce il lavoro pagato. Rivendichiamo invece un massiccio piano di assunzioni per garantire il buon funzionamento e il miglioramento dei servizi di pubblica utilità e un sostegno al reddito adeguato al costo della vita per tutti i disoccupati e i precari. 

In occasione dell’Eurovision che si tiene a Torino a maggio 2022, la Città di Torino ribadisce la scelta di utilizzare tantissimi volontari (600) per svolgere i lavori necessari all’organizzazione di questo grande evento internazionale, che porterà grande introiti. 

Come era accaduto già durante le Olimpiadi del 2006, anche oggi si illudono migliaia di giovani e meno giovani del fatto che lavorare come volontari in questi eventi può portare all’apertura di porte e strade verso un futuro lavorativo, ma anche questa volta tale promessa resterà vuota. 

L’Eurovision non è un caso isolato: infatti il Comune di Torino usa sempre più massicciamente il volontariato anche nello svolgimento delle normali funzioni a servizio della collettività. I volontari del Comune di Torino sono 6.000, che svolgono attività nei settori ambiente, cultura, istruzione, sociale, turismo, oltre a progetti che forniscono volontari ad Enti, scuole, associazioni esterne. Si è arrivati addirittura a incentivare le dimissioni di dipendenti (progetto volontariato civico T&Y), per poi sostituirli con volontari. 

Oltre al volontariato, si diffondono a macchia d’olio le forme di lavoro gratuito e semigratuito, dall’alternanza scuola-lavoro ai cantieri di lavoro in vista della pensione, passando per mille tirocini curriculari e non, progetti di reinserimento per disoccupati e una quantità di altre forme consolidate. Ultimo in ordine di tempo il progetto di impiegare i percettori di reddito di cittadinanza per coprire le mancanze di organico nei servizi civici. 

Come disoccupati e precari organizzati denunciamo l’uso del lavoro gratuito e semigratuito, che SOSTITUISCE IL LAVORO PAGATO, consentendo ad istituzioni pubbliche e private di evitare l’assunzione di lavoratori e lavoratrici retribuite in condizioni dignitose. In altre parole contribuiscono a peggiorare ulteriormente la disoccupazione e la precarietà. 

Per questo ci organizziamo convinti che solo la forza dei disoccupati e dei precari di questa città, organizzandosi e lottando insieme, può portare alla conquista di quelle necessità – lavoro e salario – che si fanno ancora più stringenti a fronte di un carovita vertiginoso”.

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