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sabato, 27 Luglio 2024

Alleanza civica per Appendino: i consiglieri ribelli M5s

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Che all’interno del gruppo consiliare Cinque Stelle a Torino non sia tutto baci e abbracci è cosa nota.
Ci sono forti malumori. Da mesi ormai. Una sorta di corrente interna di democristiana memoria, consiglieri vicini al vicesindaco Guido Montanari. I cosiddetti duri e puri, quelli che non vorrebbero troppe inversioni ad “U” rispetto le promesse elettorali. Anche perché gli elettori ortodossi grillini vanno proprio da loro a lamentarsi di certe scelte di Appendino.

Damiano Caretto, Deborah Montalbano, Daniela Albano, Maura Paoli, Viviana Ferrero e Fabio Gosetto i “sei ribelli”. Ma non così ribelli, a quanto pare, da non votare ad esempio tutta quella montagna di supermercati, gli oneri di urbanizzazione e la cessione di quote Iren. Non lo hanno fatto: magari si sono tappati il naso, ma hanno detto sempre “sì”. Anche se è da più di un anno che si mormora che sarebbero pronti a mandare un messaggio alla sindaca. Magari votando qualcosa “contro”.

Le litigate sono rimaste chiuse e criptate dentro le chat di Whatsapp. La classica goccia che ha fatto travasare il vaso: la candidatura alle Olimpiadi 2026. Gli animi si sono scaldati non poco tra i consiglieri grillini. Anche perché effettivamente i contatti tra maggioranza e Cio ci sono stati.
L’assessore dello Sport Roberto Finardi non ha bisogno di scrivere lettere o  mail: visto il suo nome e la sua esperienza è lui quello cercato da loro e non viceversa.  E se ci sono stati incontri bisogna ricordare che esistono anche quelli non ufficiali, dove vale anche semplice scambio di parole.
Quando i giornali hanno incominciato a parlare di un interessamento della maggioranza pentastellata a candidare Torino per le Olimpiadi invernali 2026 la chat Whatsapp del gruppo ha registrato in una giornata circa 400 messaggi.

Le voci di rottura non sono nuove, ripetiamo. Tutte derubricate però come “fake news”. Ma che ci siano dei mal di pancia nel gruppo Cinque stelle è ipotizzabile. Dopo 500 giorni di governo della Città è impossibile non trarre le somme anche per tanti che a Chiara devono tantissimo. Per molti grillini oggi non basterebbe più dare la colpa al passato e cioè al parafulmine Piero Fassino. O a quello nuovo, Paolo Giordana. Se a questo aggiungiamo che sia per Piazza San Carlo che per la vicenda REAM, casi che hanno portato la Procura ad emmettere avvisi di garanzia per Appendino & Co., le responsabilità non sarebbero da attribuire ai consiglieri comunali, che al contrario per i magistrati sarebbero vittime (ad esempio per quanto concerne l’ex area Westinghouse) di scelte sconsiderate della giunta, abbiamo il quadro completo.
E i “duri e puri” sarebbero stanchi di dover difendere come soldatini la roccaforte creata dal cerchio magico appendiniano, meno incline, secondo alcuni, a discutere per strada coi cittadini, come invece vorrebbe il Movimento.

Tutto questo malumore potrebbe portare la stessa sindaca a fare di necessità virtù, accettando (o formalizzando) la nascita di una sorta di “Alleanza civica per Appendino”, pronta a sostenere la prima cittadina senza legarsi “mani e piedi”, ma a sostenerla o meno a seconda dei provvedimenti portati in Sala Rossa. Ma anche il gruppo “Alleanza civica per Appendino” (un nome che non è di nostra invenzione, ma che gira da alcune settimane tra i corridoi di Palazzo di Città) viene battezzato dai Cinque Stelle come «un’ invezione». «Non c’è rottura, ma solo discussione».

Intanto arrivano le prime smentite ufficiali. Quella della consigliera Valentina Sganga, che per i giornali è tra i “scissionisti”. La Sganga cita un giornale nazionale, sostenendo che sono solo è una “fake news” e che lei «non è intenzionata a lasciare il Movimento Cinque Stelle».
«Chi conosce il mio lavoro e il mio operare quotidiano – dice la consigliera – a supporto della sindaca e della Giunta, sa che non c’è nulla di più falso».
Le fa eco Monica Amore, anch’essa finita a sua insaputa tra i ribelli. Afferma Monica Amore: «Io ho fiducia in Chiara, anche perché Chiara comunque non ha mai negato il confronto con tutti i consiglieri. Asssurdo pensare che io possa lasciare il movimento per andare in un gruppo misto». Valentina Sganga e Monica Amore parlano per se stesse. Dagli altri sei per ora nessuno giuramento di fedeltà alla sindaca. Probabilmente arriverà.
Anche perché è noto che novembre è il mese cruciale per la maggioranza. Superato questo mese, tutto dovrebbe essere, se non più facile, meno dannatamente complicato per Chiara Appendino e queste discussioni non fanno che rallentare la corsa verso la discesa. Sarebbe un peccato dopo aver fatto tutta questa salita. E poi quando si litiga in famiglia e ti viene a mancare l’appoggio dei tuoi cari non è mai una bella cosa.

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