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martedì, 3 Dicembre 2024

A Torino il congresso regionale di Sinistra Italiana

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Riccardo Graziano
Riccardo Graziano
Figlio del boom demografico e dell'Italia del miracolo economico, vive con pessimismo non rassegnato l'attuale decadenza del Belpaese. Scopre tardivamente una vocazione latente per il giornalismo e inizia a scrivere su varie testate sia su carta stampata sia su web.

Si è tenuto sabato 20 maggio a Torino il Congresso regionale dei delegati di Sinistra Italiana, la nuova formazione politica che raccoglie l’eredità di Sel e si posiziona nell’area a sinistra del PD, ormai parecchio frequentata da quando la leadership di Renzi ha imposto una collocazione più centrista ai Democratici.
A indicare la bussola che guida la rotta della nuova formazione politica ha pensato Maria Chiara Acciarini, già sottosegretaria al Ministero della Famiglia nel secondo Governo Prodi, enunciando un programma semplice e complesso al medesimo tempo: mettere in atto la Costituzione italiana, da sempre non applicata per molti aspetti, oggi ancor più di ieri. Il riferimento è in particolare all’articolo 3, laddove si enuncia l’impegno della Repubblica a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. È evidente che nel panorama attuale questo proposito è ampiamente disatteso, in un Paese dove il cosiddetto “ascensore sociale” si è bloccato, e la società è ormai stratificata in caste e segmenti che lasciano sempre più persone al di sotto della fascia del benessere.
Un modello di società che, oltre alle evidenti controindicazioni etiche e sociali, mostra ormai limiti anche dal punto di vista economico, con processi di concentrazione della ricchezza nelle mani di un numero sempre più ristretto di ultra-ricchi, mentre il resto della popolazione scivola verso un progressivo impoverimento, che per qualcuno sconfina nella miseria. Ma anche la perdita di potere d’acquisto di quella che una volta era la classe media può avere conseguenze drammatiche per un modello produttivo basato sul consumo quale è quello attuale. Nell’attesa (forse vana) che arrivi una svolta culturale verso i principi della decrescita e del minor utilizzo di beni e risorse, il sistema economico oggi si regge se la domanda resta elevata, cosa che nell’attuale contesto di crisi non succede. La costante diminuzione dei redditi ha determinato una riduzione della domanda stessa, che alla lunga ha reso inutile una sovrapproduzione che forniva un’offerta ridondante. La “soluzione” è stata la diminuzione dell’offerta, con una contrazione produttiva che a sua volta ha avuto risvolti negativi sull’occupazione e conseguentemente sui redditi, in una spirale negativa che al momento il sistema-Paese non sembra in grado di invertire. E anche gli incentivi per l’occupazione, fortemente voluti dal Governo Renzi e costati un patrimonio alle casse statali, si sono rivelati un palliativo temporaneo e provvisorio che, alla scadenza, hanno lasciato la situazione sostanzialmente invariata.
Tematiche complesse – ha sottolineato Acciarini – quelle del lavoro, così come quelle dell’immigrazione e in generale quelle delle società moderne nelle quali viviamo, che a loro volta richiedono soluzioni complesse, non certo semplici o semplicistiche come vengono proposte in maniera superficiale e demagogica dalle varie forze populiste.
Sollecitazioni raccolte dal Presidente della Regione Sergio Chiamparino, presente per un saluto non dettato soltanto da semplice cortesia istituzionale, ma per sottolineare le comuni radici nel centro-sinistra, senza dimenticare che la nuova formazione politica è rimasta nell’alveo dell’attuale maggioranza che lo sostiene, al di là di visioni non sempre coincidenti. Il Presidente ha rivendicato l’inversione di tendenza, per esempio, sulle borse di studio e le politiche in favore degli studenti (tagliate in modo miope dalla precedente Giunta Cota), primo tassello per attirare in città forze giovani e rinnovare il capitale umano. Pur riconoscendo un declino che ha fatto perdere troppe dirigenzialità alla città (l’elenco sarebbe troppo lungo…), Chiamparino ha manifestato l’intenzione di ridare slancio all’attività manifatturiera, consapevole che la sola crescita del comparto del turismo, pur apprezzabile e rilevante, non è sufficiente a garantire sostenibilità all’economia regionale. Il Presidente ha inoltre ribadito l’intenzione di puntare sul settore sanitario, col progetto Città della Salute, nonché sulla logistica, con la prosecuzione dei lavori del Tav Torino-Lyon. Ma su quest’ultimo progetto è nota la disparità di vedute con Sinistra Italiana, formazione peraltro disponibile al confronto con tutte le altre forze politiche, come ci ha sottolineato Marco Grimaldi, attuale capogruppo in Consiglio regionale, lamentando tuttavia l’occasione mancata del recente Congresso provinciale, quando la Sindaca Appendino, nonostante l’invito, non ha ritenuto di intervenire, mostrando un diverso grado di sensibilità istituzionale rispetto al Presidente della Regione.

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