Non sono ancora scesi i cinque operai edili che da lunedì sono saliti su una gru in via Cigna per far sentire la loro voce.
Vogliono qualcosa che dovrebbe essere scontato: lo stipendio per i lavori svolti. Ormai sono anni che non vedono un euro. Ma a casa le famiglie devono mangiare, devono andare avanti.
La disperazione e la solitudine si intrecciano, ma anche la determinazione. Rimangono lì sospesi a sessanta metri di altezza. Notti al freddo, ma non si arrendono. Vogliono quello che gli spetta e sono disposti a iniziare lo sciopero della fame.
Intanto sotto, ai piedi della gru su cui sono saliti in un cantiere di via Cigna, ambulanza e vigili del fuoco continuano a presidiare l’area.
Il cielo su Torino è limpido, ma la colonnina di mercurio questa notte è andata sotto zero. Nonostante ciò la loro voglia di lottare è sempre la stessa: non si fanno intimidire. E anche se fino ad ora le trattative con le imprese coinvolte non ha dato esito, loro non si scoraggiano. In gioco c’è la loro vita e quella dei loro figli.
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