Licenziato perché nel tempo libero offriva performance sessuali a pagamento, è stato riammesso al lavoro. Protagonista della vicenda un impiegato nella pubblica amministrazione della provincia di Verbano Cusio Ossola, mandato via dalla proprio ufficio dopo che erano stati trovati alcuni annunci piccanti in rete. L’uomo, infatti, esercitava come gigolò.
Adesso, però, arriva la sentenza della Cassazione: la pubblica amministrazione non può raccogliere da Internet informazioni sulla vita sessuale dei suoi dipendenti per valutare se il loro comportamento sia passibile di licenziamento, perché si tratta di dati “supersensibili” protetti dalla legge sulla privacy. Via libera, quindi, agli impiegati – gigolò.