0.9 C
Torino
sabato, 7 Dicembre 2024

Valle (Pd): “Centrosinistra e società civile, trovare nuove ragioni per l’incontro”

Più letti

Nuova Società - sponsor
L'opinione
L'opinione
Le opinioni di Nuova Società. Per dare un vostro contributo scritto, dire la vostra, scriveteci a redazione@nuovasocieta.it oppure al direttore a.doi@nuovasocieta.it


Uno spettro si aggira per Torino e i suoi salotti, quello dell’accordo che ormai quasi trent’anni fa portò l’allora PDS ad allearsi con parti importanti della società civile di estrazione liberale e repubblicana, eleggendo Valentino Castellani sindaco.
Un’alleanza vincente che è perdurata nei vent’anni successivi, sapendo allargarsi al centro e a sinistra.
Per un centrosinistra che vuole riconquistare la città dopo la fallimentare stagione grillina (e la ancora bruciante sconfitta del 2016), in un quadro di consenso nazionale stabile e senza candidati naturali, è facile sopperire alla mancanza di idee rifugiandosi in questo ricordo storico vincente e costruendo una analogia forzata. Alla ricerca, là fuori da qualche parte, di un salvatore della Patria.
Sono passati trent’anni e lo stato di salute tanto dei partiti (e del Partito), quanto dei corpi intermedi e delle organizzazioni della società civile è decisamente peggiorato: la crisi di rappresentatività ha colpito tutti duramente. Ma se questo potrebbe addirittura spingere a riproporre il modello che diede il via alla lunga stagione di governo del centrosinistra a Torino (anche se non sempre due debolezze fanno una forza), altre differenze vanno sottolineate.
Il PDS, forte di una base popolare nelle periferie della città, cercava un’alleanza con le élite cittadine che lo legittimasse e ne completasse l’ambizione di una coalizione davvero trasversale alle classi sociali, anche a costo di una rottura con un mostro sacro come Novelli. Una ambizione che oggi definiremmo maggioritaria.
Erano condizioni del tutto analoghe a quelle del centrodestra di oggi, che infatti si appresta ai medesimi ragionamenti.
Solo nel 2006, col secondo Chiamparino, il centrosinistra ha definitivamente superato queste difficoltà elettorali e politiche, riuscendo finalmente a imporsi anche nelle zone centrali e collinari.
Oggi il PD, che pure a Torino ha dato alle ultime regionali importanti segnali di ripresa, si ritrova ad avere nei quartieri centrali della Città il suo principale insediamento elettorale. Le élite della città, in maggioranza, votano stabilmente il Partito Democratico, ormai partito “di governo” per eccellenza.
Le condizioni e soprattutto le esigenze politiche del centrosinistra di oggi sono perciò completamente differenti da quelle di allora: occorre trovare la strada per recuperare la relazione con le periferie della Città.
Forse per vincere non è necessario ricostruire una relazione anche con l’altra parte della città, semplificando quella nord di corso Regina Margherita. Ma diventa fondamentale per vincere bene, dove “bene” non è (solo) questione di quantità del consenso, ma soprattutto questione di qualità. Non può vincere una città contro l’altra, anche se la prima volesse occuparsi paternalisticamente della seconda.
Occorre una proposta politica che parli a tutta la città, con l’ambizione di ricucirne lo strappo che la attraversa. Una sfida difficilissima, che rende quasi secondaria l’individuazione, dentro o fuori il perimetro dei partiti, del candidato giusto per interpretarla.

Daniele Valle
consigliere regionale Pd in Piemonte

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano