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sabato, 7 Settembre 2024

Un triste compleanno

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Esattamente un anno fa, il 19 giugno, la maggioranza dei cittadini torinesi eleggeva nel ballottaggio Chiara Appendino sindaco della Città, assegnando al Movimento 5 Stelle la responsabilità del governo e dell’amministrazione. Ad un anno di distanza non poteva esserci ricorrenza più triste.
Per la drammatica coincidenza con la giornata di lutto cittadino proclamato per onorare e ricordare Erika Pioletti, la giovane donna di Domodossola scomparsa dopo essere stata travolta dalla folla nei tragici e noti fatti di piazza San Carlo.
Per la coincidenza con il dibattito in aula sulla “inaccettabile” (parole della sindaca) vicenda di sabato sera scorso che ha visto le forze dell’ordine accerchiato e bersagliati di insulti da una cinquantina di persone ai Murazzi mentre cercano di far rispettare il divieto agli abusivi di vendita di alcolici e quello sull’ennesimo intervento della Corte dei Conti sullo stato del bilancio comunale e sui seri rischi di doverci trovare in una situazione di pre dissesto in autunno in sede di assestamento.
Per la presenza, sotto le finestre del Municipio di ben tre diversi, e opposti, gruppi di manifestanti, ciascuno a reclamare il rispetto di impegni elettorali a loro dire non mantenuti.
In una giornata del genere, in un contesto simile, diventa davvero difficile trovare, per l’Appendino, la sua maggioranza e la sua squadra, motivi per festeggiare e rallegrarsi per quella vittoria tanto sorprendente quanto caparbiamente inseguita.
Alle parti politiche, maggioranza e opposizione, spettano onore e onere di fare un bilancio di questi dodici mesi di amministrazione grillina della Città. A chi osserva e racconta i fatti resta solo da sottolineare come quella spinta al cambiamento, alla discontinuità, che faceva ritenere alla maggioranza degli elettori torinesi di aver trovato in Chiara Appendino un’alternativa che non fosse soltanto un azzeccato slogan elettorale, si è presto esaurita lasciando spazio alla mancanza di assunzione di responsabilità politica e amministrativa, nascondendosi dietro i ripetuti “è colpa di Fassino”, ai “si è sempre fatto così” (come si lamentava qualche giorno fa sui social la consigliera grillina Viviana Ferrero), all’andare a braccetto con esponenti di quel sistema che si voleva abbattere o per lo meno cambiare, ai limiti di una inesperienza e di una incapacità di amministrare che è cosa ben diversa dall’enunciare proclami o dal far credere che il reddito di cittadinanza sia di competenza comunale. O che l’erba si tagli da sola e che le alghe possano essere estirpare dai militanti volontari.
Il 19 giugno di un anno fa Chiara Appendino è diventata sindaco. Un anno fa si è conclusa la campagna elettorale. A un anno di distanza i sorrisi sui volti sono ben pochi, c’è da augurarsi che negli occhi dei torinesi non resti il tramonto della propria città.

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