di Moreno D’Angelo
L’idea, frutto dell’incontro tra la presidente Evelina Christellin e il sindaco catanese Enzo Bianco, di trasferire reperti del Museo Egizio nel convento dei Cruciferi a Catania, ha scatenato le immediate e furenti proteste della Lega. Il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale Fabrizio Ricca ha promesso battaglia «scenderemo in piazza», definendo la possibile iniziativa con il trasferimento di 17mila reperti a Catania come una rapina: «Non è possibile che Fassino, tanto vanitoso del suo successo nel turismo, possa permettere una tale rapina».
Il fatto di passaggio di sezioni di grandi musei in altre città non è una novità. In realtà la “rapina” riguarderebbe il trasferimento di reperti non esposti al pubblico che riposano da sempre negli ampi magazzini del museo. La proposta di un Egizio bis a Catania, per ora solo un progetto che sembra avere buone chances di realizzazione, è stata anche comunicata in via informale al ministro Dario Franceschini. Lo conferma la presidente Christillin, manifestando il suo apprezzamento per la possibile operazione e sottolineando che i costi, in caso di accordo, saranno a carico dell’amministrazione catanese e siciliana con un auspicabile intervento del Mibact.
Per l’Egizio si aprirebbe così una “vetrina” siciliana in una grande città con un vasto possibile indotto turistico. Questo mantenendo in tutto e per tutto l’impostazione e il brand che stanno assicurando al Museo egizio torinese (storica capitale dell’egittologia italiana) un grande e continuo successo, con code quotidiane di turisti e torinesi in via Carlo Alberto.
Non si tratta di un operazione semplice per i discorsi legati alle autorizzazioni e i tanti dettagli finanziari e organizzativi ma a quanto pare si l’Egizio bis siculo ha tutte le carte per poter diventare realtà.
Anche il discorso del trasferimento di reperti che dormono nei magazzini per la mancanza di spazi espositivi non convince i leghisti che rilanciano sempre per voce di Fabrizio Ricca: «Invece di decentrare si trovi lo spazio per esporre i reperti ora custoditi nei depositi» aggiungendo: «Se così non sarà ci sdraieremo davanti alle porte del museo per impedire il trasferimento».