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martedì, 3 Dicembre 2024

Olimpiadi 2006 e il pinerolese. Ombre o luci?

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Giorgio Merlo

Ho avuto l’onore e l’onere di aver seguito l’intera partita olimpica – per conto e su incarico dell’Ulivo piemontese – nella Commissione Lavori Pubblici alla Camera dei Deputati nella legislatura 2001-2006. Un compito che era già iniziato nella legislatura precedente ma il quinquennio 2001-2006 fu decisivo per il risultato finale. Non ricordo più le centinaia di incontri – tra Parlamento, istituzioni locali, associazioni, dibattiti culturali e politici e svariati comitati – a cui ho partecipato in quegli anni. Fanno parte della storia ma anche di una ricca ed entusiasmante esperienza politica ed istituzionale accumulata.

Semmai, vorrei richiamare rapidamente l’attenzione su 4 aspetti che, al di là delle vicende che hanno preceduto e seguito l’evento olimpico, ho tratto da questa esperienza. Fermandomi, come ovvio, solo al pinerolese.

Innanzitutto per la prima volta – e forse unica – anche nel pinerolese si è affermata quella “concordia istituzionale” che è stata la vera carta vincente di quel grande evento sportivo, sociale e mediatico. Una concordia istituzionale che è stata agevolata anche dal lavoro di uomini competenti e concreti come Rinaldo Bontempi e Valentino Castellani che hanno saputo costruire con i parlamentari di entrambi gli schieramenti politici del tempo e con le varie istituzioni locali un gioco di squadra efficace e solido in vista del raggiungimento del risultato. Una concordia istituzionale, però, che con il tempo è progressivamente evaporata.

In secondo luogo non possiamo non ricordare che sul versante delle infrastrutture viarie – sia quelle principali e sia per le cosiddette “opere connesse” – il pinerolese ha tratto grande giovamento dalle Olimpiadi del 2006. Risorse finanziarie ingenti che, tra impianti sportivi e infrastrutture di collegamento, hanno fatto uscire il pinerolese da un oggettivo isolamento e ponendo le basi per un rilancio dell’intera zona. Risorse dovute principalmente al lavoro bipartisan condotto in Parlamento. Il tutto, è sempre bene ricordarlo con forza e determinazione, senza uno scandalo, senza un sospetto e nella massima trasparenza e correttezza. Unico neo. Non essere riusciti ad inserire nel pacchetto olimpico il raddoppio della linea ferroviaria Torino-Pinerolo.

Purtroppo, ed è la terza considerazione, il pinerolese non ha avuto quella auspicata ed attesa ricaduta turistica e il post olimpico non sempre si è trasformato in un volano di sviluppo e di crescita dell’intero territorio. In particolare delle aree più alpine. Certo, il salto di qualità c’è stato rispetto al periodo preolimpico. Lo dicono i numeri, innanzitutto. Ma è indubbio che il lavoro da fare, su questo versante, è ancora molto ed è riconducibile prevalentemente a chi ricopre oggi ruoli istituzionali a livello locale e a livello nazionale.

In ultimo gli impianti olimpici. Conosciamo tutti le polemiche che hanno accompagnato in questi anni il destino e il cammino, tortuoso e complicato, di queste strutture. Una cosa è certa: è proprio attorno a queste strutture, però, che ci può essere un richiamo e una forte attrattiva, sportiva, agonistica e turistica. Certo, c’è una specificità territoriale oggettiva e storica che non si può escludere o trascurare. Ma senza una gestione oculata ed intelligente di queste strutture le stesse infrastrutture viarie rischiano di essere splendide cattedrali nel deserto.

Concludendo, è positiva o negativa l’eredità olimpica per il pinerolese? Ci sono, come sempre, ombre e luci. Personalmente mi accontenterei se almeno riprendesse quota – parlando della piccola zona del pinerolese – quella “concordia istituzionale” che resta l’elemento politico centrale per superare ridicoli campanilismi, polemiche spicciole, diatribe tra paese, gestione dell’esistente e ordinaria amministrazione. Sarebbe già un gran passo avanti per progettare il futuro del territorio. In attesa di fare un bilancio più completo del rapporto tra Torino 2006 e il pinerolese.

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