di Moreno d’Angelo
Non si placano le polemiche per il “Botellon” in piazza Cavour che ha radunato in piazza circa 2500 studenti universitari per festeggiare, bevendo all’aperto, la fine della sessione di esami. Una tradizione che arriva dalla Spagna. Dopo la notte di allegria con molto alcool (senza alcun incidente o vandalismo) sono rimaste molte cartacce, bottiglie e lattine negli storici giardini nel cuore di Torino. Questo ha scatenato le ire e l’indignazione di diversi politici e amministratori che hanno trovato, come va di moda oggi, di polemizzare e rimbalzarsi responsabilità.
Il sindaco Piero Fassino ha espresso tutta la sua indignazione: «Una manifestazione d’intollerabile inciviltà che offende tutti i torinesi».
Per molti, tra i quali il radicale Silvio Viale, un tale livello d’indignazione sembra esagerato. Tanto più in una città che dichiara in ogni pubblica occasione di avere tra le sue tanto decantate risorse i centomila studenti provenienti da ogni parte del mondo. Intanto non pare, aldilà della brutta abitudine di lasciare immondizia in giro, che vi siano stati come detto atti di vandalismo. E appare eccessivo il tono della dichiarazione del primo cittadino che rincara la dose: «Nulla giustifica o legittima comportamenti vandalici che l’amministrazione non intende tollerare».
Forza Italia, per bocca di Mino Giachino, riferendosi al “Botellon” parla di “disastro ambientale” e attacca la giunta cittadina lanciandosi anche in critiche economiche: «Incapace di invertire il declino economico della città, né di controllarla». Insomma dalle cartacce svolazzanti dei giardini di piazza Cavour si arriva a dire che la città è insicura e indifesa.
Un caso politico dunque che non fa che rafforzare la tesi che intorno alle notti dei giovani torinesi ci sia una maledizione. Infatti è noto che proprio la movida ha creato non pochi problemi alla giunta di Sergio Chiamparino. Guai giudiziari ancora in via di definizione.
Per quanto riguarda invece l’attuale amministrazione, Fassino ha dovuto più volte intervenire per calmare gli animi dei residenti di San Salvario stanchi di schiamazzi e sporcizia figli dei fine settimana. Però c’è da sottolineare che la crociata nata dopo “il caso Botellon” non ha precedenti. Infatti il sindaco ci ha “messo la faccia” questa volta, come se piazza Cavour fosse stata devastata, cosa che non è avvenuta. Ai mal pensanti può dare l’impressione che il primo cittadino per quanto riguarda i locali della movida sia apparso più soft, andandoci con la mano leggera, quasi temendo che un faccia a faccia con i proprietari dei locali potesse essere controproducente all’amministrazione. In fondo, nel passato recente, i legami tra Palazzo di Città e i circoli non erano così deboli. Una continuità che è possibile riscontrare anche oggi.
La Torino dei giovani, degli universitari stranieri che hanno scelto l’ex città delle fabbriche per studiare nel nostro Paese, han bisogno anche di manifestazioni come il “Botellon” dove quasi 3000 persone possono ritrovarsi a bere, chiacchierare, insomma socializzare senza essere appetibili bocconcini per il business della movida e della presunta lobby dei locali.
La prossima volta, se ci sarà, forse sarebbe cosa buona e giusta fornirsi di sacchetti per la raccolta dei rifiuti.