di Moreno D’Angelo
Sarebbe dovuto tornare a Torino quest’anno invece si svolgerà a Milano. Parliamo di Prix Italia, il premio televisivo ospitato a Torino per ben sette edizioni (la prima nel 2009), che nel 2016 si era trasferito a Lampedusa per concentrare l’attenzione dei media sulla drammatica questione migranti. Un’iniziativa importante che coinvolge centinaia di emittenti da tutto il mondo rappresentate ai massimi livelli. Quello che potrebbe definirsi un nuovo scippo per la città, dove la Rai è nata, non poteva non dare origine a malumori e polemiche sotto la Mole dopo le critiche per la perdita della mostra di Manet.
Tra questi c’è il senatore del partito democratico Mauro Maria Marino: «E’ l’ultima lieta novella. Un’altra iniziativa che aveva trovato casa a Torino si sposta sotto la madonnina», e sottolinea come il premio «sarebbe dovuto restare all’ombra della Mole grazie al lavoro della precedente Giunta. La promessa era quella di tornare nella nostra città nel 2017. Una promessa non mantenuta, nel silenzio della Giunta». Marino aggiunge: «godiamoci i terrificanti tagli al sistema cultura della nostra città». Il senatore, presidente della 6a Commissione Finanze Tesoro, ricorda in chiave polemica come «proprio negli scorsi giorni, abbiamo visto la coda, chilometrica, di persone in attesa di poter visitare la mostra dedicata a Manet, a Milano. Ve la ricordate? Doveva essere organizzata a Torino, ma il Comune, e la Sindaca, decisero di rinunciarci, affermando come non vi fossero le garanzie di ricadute economiche positivi per la città. Siamo ora altrettanto ansiosi di poter assistere, da lontano, all’inaugurazione del Salone del Libro meneghino».
«Non è chiaro – conclude Marino – se, negli scorsi mesi, il Comune si sia interessato o meno del destino della manifestazione. Speriamo solo che la dinamica non sia stata l’opposta, con i vertici di Prix Italia impegnati nel tentativo (quasi) impossibile di contattare assessore e Sindaca. D’altronde, a giudicare da quanto accaduto proprio con Manet, non sarebbe la prima volta».