Nessuna tregua in Sala Rossa a Torino. Nonostante le alleanze di governo tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle nel capoluogo piemontese le cose sono ancora ferme al Conte 1. In fondo lo avevano promesso i Dem torinesi: sconti ad Appendino non se ne fanno. Qui non è Roma.
A dimostrazione di questo tiene banco una nuova polemica con vista su Palazzo di Città. In realtà si tratta di una replica, quella del capogruppo del Pd Stefano Lo Russo, assessore all’Urbanistica della scorsa amministrazione. E dell’Urbanistica, delle politiche abitative e lavori pubblici è presidente della commissione Anci nazionale.
Ad accendere la miccia un articolo della sindaca, pubblicato sul suo sito.
Infatti Appendino festeggia, nella giornata di venerdì (come sottolinea nel suo scritto) dedicato al Global Climate Strike, i dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), del Ministero dell’Ambiente, sul problema del consumo di suolo in Italia, in cui viene evidenziando che «Torino è l’unica Città che non solo è a saldo zero, ma ha addirittura invertito la rotta, restituendo spazi verdi ai cittadini».
Dice Appendino: «Noi abbiamo deciso di invertire la rotta. Di togliere cemento e restituire aree libere ai cittadini. Il maggiore contributo a questo risultato arriva dalle opere di stombatura della Dora e dal recupero di alcune aree di cantiere a ridosso dell’Allianz Stadium. E, più in generale, da una complessiva politica orientata alla riduzione del consumo di suolo».
Parole che però, come detto, scatenato Lo Russo: «L’onestà intellettuale è come l’onestà in generale: o ce l’hai o non ce l’hai».
«La neo Assessora al Piano Regolatore nonché sindaca Appendino, alla ricerca disperata di una buona notizia da auto-attribuirsi, si intesta il risultato ben sapendo che entrambe le operazioni non le ha né pensate, né impostate né avviate lei o il M5S che si è limitato a finirle, peraltro utilizzando fondi non del Comune. Ma si sa come è fatta Appendino: i meriti miei, le colpe degli altri, compresi i suoi Assessori o ex Assessori».
«Il tema del consumo di suolo a Torino praticamente non esiste e, non appena avrà voglia di studiare il Piano Regolatore che dovrebbe già sapere dopo otto anni in Comune, la nostra lo verificherà da sola – continua Lo Russo – Il tema di Torino é semmai il riuso delle aree industriali dismesse, difficile a causa dei costi di bonifica e della difficoltà di essere attrattivi per gli investitori privati che non siano operatori della grande distribuzione commerciale».
Il capogruppo ricorda che «proprio per questa ragione nel 2015, con il centrosinistra approvammo il Master plan delle residenze universitarie che identificava Università e Politecnico come elementi di potenziale sviluppo strategico della città e attrattori di investimenti per operazioni di riqualificazione urbana che poggiavano su nuove residenze universitarie e ostelli per studenti».
«In quel piano urbanistico venivano identificate vocazioni e aree su cui promuovere lo sviluppo di queste funzioni. Avevamo probabilmente visto lungo, e ne siamo contenti stante il fatto che qualcosa pare iniziare a muoversi e alcune di quelle aree probabilmente alla fine avranno quello sviluppo che avevamo identificato».
«L’urbanistica richiede visione e tempo, non compatibili con i tempi di un mandato elettorale. Oggi programmi quello che verrà tra 5-10 anni, nella migliore delle ipotesi. Questa amministrazione sta dando attuazione a cose che si é trovata o sta facendo fare interventi edilizi spot, di scarso impatto sullo sviluppo strategico ma, purtroppo per Torino, non ha messo in cantiere nulla di strutturale. Nulla. E peraltro, alcune cose strutturali, le ha anche bloccate».
«Siamo ovviamente molto contenti della stombatura della Dora e se a Torino si svilupperà il Master plan delle residenze universitarie di qualche anno fa, ci avevamo visto giusto, ma siamo preoccupati dell’assenza di visione prospettica. Questo, di fondo, il vero limite di Appendino e di chi la sostiene. Una miopia culturale, corredata da una smaccata mancanza di onestà intellettuale, di cui farà le spese Torino e che sarà uno dei primi punti di lavoro che ci toccherà sviluppare non appena questa deleteria esperienza grillina alla guida di Torino sarà terminata», conclude Lo Russo.