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mercoledì, 11 Dicembre 2024

TOH, tre opere di Nicola Russo per la città

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Ispirandosi ai Toret, l’artista Nicola Russo ha creato tre installazioni simbolo della volontà di rinascita della città dopo il lungo lockdown e le ha donate alla città di Torino. Il 23 giugno saranno inaugurate in tre punti del centro cittadino (via Lagrange 31, piazza Arbarello e piazzale Valdo Fusi) la loro esposizione durerà 3 mesi e poi saranno messe all’asta. Parte del ricavato andrà alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Nicola Russo è il primo artista a donare delle opere d’arte come manifesto di rinascita: in un momento storico come questo, dove l’emergenza che stiamo vivendo ha cambiato forse per sempre la nostra quotidianità, c’è il bisogno di reagire, di uscire di casa e di rimboccarci le maniche per ripartire. Torino è una città che lotta per ritrovarsi e l’unica strada è esporsi per accogliere il futuro. Questa è la riflessione da cui Russo è partito per la sua opera.

Ho provato a cercare di immaginare – dichiara Russo – qualcosa che potesse simboleggiare il cambiamento, che fosse iconica e che potesse dialogare con la città, essere riconoscibile e comprensibile a tutti. Durante una delle tante passeggiate in centro, mi sono soffermato a guardare una famiglia in coda per bere ad un Toret, lì ho scelto quel toro per raccontare una storia”.

Tutti noi conosciamo il Toret, ma osservando la fontana, vediamo sempre e solo la testa dell’animale. Da qui Nicola Russo ha provato ad immaginare il suo stato d’animo, chiuso in una fontana senza poter uscire, una situazione mai come oggi attuale e che ha fatto parte della nostra recente attualità. Allora si è immedesimato in quel toro, che, vedendo una situazione di incertezze, di smarrimento nella sua Torino, decide di esporsi, di fare un gesto quasi eroico per dare un segno di cambiamento e spronare l’opinione pubblica. Così l’ha immaginato rompere con forza il metallo e venir fuori.

Si libera con ironia dalla sua ‘’casa’’ da quello schema, e si espone, si presenta alla città così com’è, fiero, mostrando tutte le imperfezioni comuni ad ognuno di noi, pronto a ripartire e mettersi in gioco per stimolare la rinascita della città. Forse nel 1854, quando è stato ideato, gli avranno detto “bogia nen!” (non ti muovere), ma adesso ha deciso di muoversi e vuole farlo in modo plateale.

È sempre lui, ma non è più immobile, ora è uscito per dare un segnale ai torinesi, che il futuro si costruisce con il coraggio, e la rinascita inizia da qui. “L’Italia è nata in questa città, mi piace immaginare che proprio da qui possa iniziare il processo virtuoso di rinascita”.

Infatti, le tre opere, dopo il periodo di esposizione temporanea che si chiuderà il 15 settembre, verranno messe all’asta e il 20% del ricavato verrà destinato alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro che proprio quest’anno taglia il traguardo dei 35 anni di attività, dando avvio a un importante piano di sviluppo che permetterà all’Istituto di Candiolo – IRCCS di crescere ulteriormente, con nuovi spazi da mettere a disposizione di medici, ricercatori e, soprattutto, dei pazienti e delle persone a loro vicine. 

Il progetto che ha ottenuto il patrocinio della Città di Torino, è stato reso possibile grazie all’Assessorato alla Cultura della Città di Torino, al Circolo degli Artisti, Minimarket ed Estro Comunicazione & Marketing. 

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