Test a crocette, per valutare la preparazione degli studenti e il livello scolastico nelle diverse zone d’Italia. Sono queste le prove Invalsi, introdotti per la prima volta 13 anni fa e diventati d’obbligo in tutto il Paese, che come sempre non cessano di suscitare polemiche. Così domani, giorno in cui i ragazzi di seconda superiore dovranno affrontare, nello stesso giorno, la scheda di italiano, quella di matematica e il questionario studente che raccoglie informazioni sul contesto di provenienza degli alunni, verrà messo in atto un boicottaggio.
“Boicotta anche tu le I.N.V.A.L.S.I.”, è questo il messaggio lanciato a tutte le scuole di Torino, che verrà seguito a partire dalle 8 del mattino. Ad alzare la voce è l’Unione degli Studenti, un’associazione nazionale autonoma, che propone di «non compilare a testa bassa dei test di cui non condividiamo né la natura né lo scopo ma con scioperi bianchi, blocchi delle lezioni, flash mob e assemblee fuori e dentro le scuole faremo sentire le nostre ragioni».
Le ragioni di disaccordo agli Invalsi sono molteplici e vengono ribadite, da studenti, sindacati e spesso anche insegnanti, dal momento dell’introduzione delle prove, considerati «costosi» («ogni anno vengono spesi 14 milioni di euro per la somministrazione dei test, mentre ci viene detto che “non ci sono soldi” per finanziare l’edilizia scolastica o il diritto allo studio»), «dannosi, escludenti e antidemocratici».
Ma questa non è l’unica ragione della protesta. Nel mirino degli studenti, infatti, ci sono anche i test di medicina, che hanno suscitato un polverone a causa della loro anticipazione durante l’anno scolastico, i cui risultati verranno resi pubblici oggi.
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