Le parole sui mali intrinsechi del capitalismo scritte da Papa Francesco nell’ esortazione Evangelii Gaudium hanno scatenato durissime reazioni negli ambienti conservatori americani. Ambienti di cui i tea party sono una delle principali espresssioni.
Han fatto molto eco le dichiarazioni del popolare e strapagato conduttore di estrema destra Rush Limbaugh. Nel suo sferzante commento ha attaccato il papa e ironizzato sul Vaticano: «Non esisterebbe e non potrebbe operare senza tonnellate di soldi ricordando i 170 miliardi di biliancio della chiesa americana». Insomma accusando la Santa Sede di criticare chi li finanzia. Una visione prettamente mercantilistica tipica di questi ambienti ultraconservatori per i quali il capitalismo non si discute e per i quali un capitalismo senza limiti non esiste. Per questi ultras di destra limitare gli eccessi della finanza e di un mercato senza scrupoli anche mettendo in ginocchio intere popolazioni è espressione di marxismo. C’è anche chi si è spinto nei Tea Party ha dichiarare che Gesù sta piangendo per le parole del papa. Insomma non si tratterebbe di un attacco al denaro e alla ricchezza inaccettabile di taglio bolscevico.
In realtà nel documento pontificio si puntato il dito contro gli eccessi della finanziarizzazione dell’economia e sui suoi eccessi speculativi che hanno messo in ginocchio paesi di ogni tipo non solo quelli del terzo mondo. Spesso creando veri e propri disastri penalizzando in particolare i ceti più deboli nei loro bisogni primari.
Certo per questi personaggi oltranzisti le prime comunità cristiane devono essere delle strane eresie. Ed anche la spiritualità e e la condivisione materiale non esiseterebbero senza adeguati finanziamenti e business economici. Insomma per i tea party questa nuova leadership vaticana, meno rigida sui discorsi di famiglia tradizionale, sono degli ingrati che osano anche scagliarsi contro chi li finanzia?
Per questi paladini del liberismo selvaggio, su posizioni che nemmeno i più autorevoli padri del movimento liberare da Adam Smith fino a Luigi Einaudi in Italia avrebbero condiviso. Quello che esce dalla bocca del Papa è in realtà una denuncia della tirannia del capitalismo e l’idolatria del denaro in una visione prettamente marxista.
Per i deliranti penasatori dei tea party Gesù parlava all’individuo non allo Stato o di politica ed era sicuramente un “capitalista” che predicava la responsabilità individuale e non un socialista. Insomma anche Buddha e la spiritualità orientale nel complesso potrebbero essere assoldate visto la loro forte impronta sulla responsabilità della singola coscienza. Quindi nessuna condivisione: ognuno per sé e Dio per tutti.
E per i poveri? La risposta farebbe venire in mente quanto detto da “Cetto La Qualunque”.
Il conduttore radiofonico è famoso per i suoi toni duri e per il suo moralismo. Anche se nel suo passato è stato arrestato per abuso di sostanze stupefacenti e nella sua foga nel contrastare la riforma sanitaria di Obama fu costreatto alle scuse pubbliche per aver apostrofato come prostituta una studentessa che difendeva la riforma dei democratici.
Una cosa è certa questo Papa è veramente inviso agli ambienti conservatori americani. La sua capacità di comunicare, di entrare in empatia con le masse e il suo decisionismo nel denunciare le cause e responsabili del dramma di milioni di esseri umani è vista come pericolosa. Anche i papi precedenti avevano fatto cenno agli eccessi del capitalismo ma certamente in contesti e modalità molto diversi. Ora in questi anni di crisi in occidente queste denuncie creano molto fastidio in padroni del vapore poco illuminati. Certamente ne seguiranno polemiche e dibattiti ma l’autorevolezza ed il consenso che carettirizza questo Papa non sarà minimente scalfito.
La dichiarazione odierna del Papa : “Si accettino i peccatori e non i corruttori” esprime chiaramente il suo pensiero su chi non si fa scrupoli in nome del sacro business.
Moreno D’Angelo
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