Il personale della polizia scientifica di Torino denuncia le difficoltà lavorative a cui devono far fronte. Un settore privo di certezze e punti di riferimento, pronto alla rivolta. Ad annunciarlo è il Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia): «Quella che era una eccellenza della Polizia torinese sta affondando sotto i colpi delle emergenze e di una gestione quanto meno opinabile». Alla base delle motivazioni, ci sarebbe l’aumento della mole di lavoro degli ultimi anni che in alcuni settori ha raggiunto il 100%, mentre i dipendenti sono diminuiti complessivamente del 20%. I lavoratori stanchi e demotivati, sono chiamati a rispondere all’emergenza profughi legata all’operazione “Mare Nostrum” e le nuove esigenze operative di ordine pubblico legate al Tav, mettono a dura prova gli agenti, sopperendo al continuo calo di personale.
«Quella che era una eccellenza della polizia torinese sta affondando sotto i colpi delle emergenze e di una gestione quanto meno opinabile – dichiara Pietro Di Lorenzo, Segretario Generale Provinciale del SIAP.
«Tav, ordine pubblico e la marea di profughi arrivati in questa provincia dal mese di luglio hanno svilito le peculiari caratteristiche di un settore tecnico-scientifico punta di diamante dell’intera Polizia di Stato» continua Di Lorenzo spiegando le difficoltà una situazione «sempre più difficile e insopportabile per i colleghi che hanno la sensazione di essere abbandonati in balia dell’emergenza di giornata».
Insomma, una situazione al collasso che starebbe portando allo stremo gli agenti della polizia scientifica di Torino, chiamati ad operare anche in altre città, allo stravolgimento continuo dei turni di servizio di tutto il personale e a discapito dell’attività di investigazione e analisi tecnico-scientifica.