Era nell’aria da tempo, dopo l’incontro di lunedì a Palazzo Chigi, nel quale il premier Matteo Renzi e i ministri Pier Carlo Padoan e Maria Elena Boschi hanno incontrato Carlo Cottarelli per discutere dei tagli ai ministeri, sono arrivate le prime conferme: Cottarelli, il commissario delle spending review nominato dal precedente premier Enrico Letta, lascerà presto l’incarico, si ipotizza a ottobre, dopo la legge di stabilità.
Il governo Renzi dà il benservito al commissario dei tagli, Cottarelli riprenderà servizio al Fondo Monetario Internazionale. L’incarico triennale si interromperà dopo nemmeno un anno dalla nomina. L’attrito con il premier Renzi, che già durante la corsa per la segreteria Pd criticava il suo metodo di lavoro, si è inasprito durante l’estate, aggravando le tensioni dei mesi scorsi, caratterizzati dagli annunci e dalle smentite sui possibili tagli, dai nervosismi contro le resistenza della macchina parlamentare.
È il secondo commissario che salta: Enrico Bondi diede le sue dimissioni nel gennaio 2013, al tempo del governo tecnico di Mario Monti. Probabilmente sulla poltrona di Cottarelli siederà Yoram Gutgeld, consigliere economico di Renzi. Lo spoils system della rottamazione, la logica della nomina di personalità amiche nelle postazioni che politicamente contano.