Sembra avere poca fortuna il percorso della fiaccola olimpica russa che porterà il fuoco di Atene fino a Sochi per le Olimpiadi invernali 2014. E così, dopo che si è spenta in mano ad uno dei primi tedofori, l’ex nuotatore sovietico di origini armene Shavarsh Karapetyan (ma lui non è l’unico a cui è capitato), ora la fiaccola ha “dato fuoco” ad un altro tedoforo, Pyotr Makarchuk, membro della spedizione olimpica alle Olimpiadi di Torino 2006 con il team di bob.
Il povero Makarchuk si è visto avvolgere il braccio dalle fiamme per qualche istante, prima che qualche addetto alla sicurezza lo aiutasse spegnendo il fuoco e fornendo una nuova divisa all’atleta. L’incidente è avvenuto poco prima di accendere il braciere nella città di Abakan, nell’ovest della Siberia.
E ora sotto accusa c’è proprio lei, la torcia, che in questo caso avrebbe avuto una perdita di liquido infiammabile che avrebbe acceso le fiamme sul braccio del tedoforo. Sono 16mila le torce olimpiche prodotte dalla Kramash, azienda specializzata nel settore dei razzi spaziali, che stanno girando tutta la Russia prima di arrivare a Sochi. E oltre a questo incidente, per fortuna non grave, e al fatto che si siano spente più volte, una delle fiaccole è esplosa tra le mani di una giovane tedofora che ha riportato lievi ustioni. Ed è nata la polemica.
Certo queste Olimpiadi non sembrano nate sotto una buona stella: tra le dichiarazioni di Putin sugli omosessuali, che hanno provocato imbarazzo e proteste in tutto il mondo sportivo e non, i problemi con le infrastrutture e ora addirittura con le fiaccole, Sochi 2014 sta affrontando un vero e proprio percorso ad ostacoli. Cosa dovrà ancora capitare ora?
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