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mercoledì, 23 Ottobre 2024

Sindaco Fassino: assente

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«Una città capace di rinnovarsi», ma con un sindaco, il democratico Piero Fassino, capace di accumulare soltanto 39 presenze tra Consiglio Comunale e commissioni: è questa l’immagine della città di Torino che emerge dalla conferenza stampa del Consiglio Comunale di fine 2014.
Ebbene sì, perché tra l’ottimo lavoro decantato nel discorso di chiusura dell’anno dal vice presidente Silvio Magliano e la realtà che i cittadini torinesi si trovano a vivere quotidianamente il dato sulle presenze – assenze del primo cittadino (che ultimamente ha proposto qualche gara a Torino in eventuali Olimpiadi di Roma 2024) non può passare inosservato. Soprattutto se si paragona al record del leghista Roberto Carbonero, primo con 704 presenze, seguito dal democratico Guido Maria Alunno a quota 581 e dal collega della Lega Nord Fabrizio Ricca, con un totale di 540. Peggio di Fassino come partecipazione, invece, soltanto l’ex assessore regionale alla Cultura del Popolo delle Libertà Michele Coppola che, dopo essersi presentato per ben tre volte in Sala Rossa, ad ottobre ha pensato bene di dare le dimissioni.
Ma oggi non si parla di questo e, al posto che sulle grandi assenza, si preferisce (come è logico che sia) mettere l’accento sui numeri in chiave positiva: l’89% generale di partecipazione tra Consiglio e commissioni e poi un sopralluogo ogni tre giorni e mezzo di media e addirittura 13.300 cittadini che hanno «interloquito direttamente con le istituzioni», come afferma Magliano.
Per non dire dell’operato di consiglieri e assessori di questo 2014. Già, perché se «il settore industriale continua a svolgere un ruolo importante, la città ha adottato una serie di provvedimenti che le hanno consentito di diventare un centro di eccellenza in molti altri campi, dalla ricerca all’innovazione, dall’università all’arte e alla cultura» a partire «dall’adozione del programma delle trasformazioni urbane fino al 2016 che riguarderà la riqualificazione dell’area Thyssen Krupp, la creazione del polo universitario di ricerca, l’area ex Westinghouse e la futura “Città della Salute e della Scienza”».
Per il resto, si è parlato di un 2015 dove le questioni centrali saranno  «la movida, con attenzione ai dehors, l’Expo, che dovrebbe essere anche un’occasione di lavoro e sviluppo, l’ostensione della Sindone e Torino Capitale Europea dello Sport» come dice ancora Magliano nel concludere il suo discorso.
E chissà che il primo cittadino riesca a fare il miracolo, arrivando addirittura alle tre cifre nelle sue presenze, forse così un po’ meno facile preda di chi, dalla Lega a Sel a chiunque fuori dalla Sala Rossa, lo definisca con disinvoltura «il sindaco assente»…
salarossa
 

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