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giovedì, 24 Ottobre 2024

"Periferie che scoppiano", e il centro resta sempre troppo lontano

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

“Periferie che scoppiano. Tra realtà e strumentalizzazione”. Un dibattito che ieri sera ha riempito la Sala Gandhi del Centro Studi Sereno Regis. Un incontro organizzato da NuovaSocietà sulla questione aperta delle periferie, spazi urbani tornati nell’occhio del ciclone, energicamente, dopo i fatti di Tor Sapienza a Roma e, per quel che concerne recentemente Torino, in seguito alle agitazioni contro i nomadi a Mirafiori Sud. Hanno partecipato al dibattito Marco Grimaldi, consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Fabrizio Ricca, consigliere comunale della Lega Nord, Marco Novello, presidente della Circoscrizione 10, Dario Basile, antropologo urbano autore della ricerca “Le vie sbagliate. Giovani e vite di strada nella Torino della grande migrazione interna”, e Simone Rubino, giornalista di NuovaSocietà. Ha introdotto e moderato il dibattito Giorgio Merlo.
La problematica politica e sociale delle periferie è necessariamente complessa e contraddittoria, obbliga a fare i conti con la realtà dove spesso convivono nuove forme di povertà ed emarginazione sociale, isolamento urbano e disservizio pubblico, orticarie della crisi e universali grattacapi. L’acquario sociale della periferie non è abitato, come di frequente sembra che qualche d’uno alluda, da soggettività così antitetiche alla buona cittadinanza del centro città, nessuno però può negare la differenza e il divario, storicamente costruitosi, sotto forma di identità sociali come di barriere urbanistiche, fra il centro e le periferie delle grandi città: un gap probabilmente interpretato come inevitabile nell’evoluzione delle metropoli, divenuto febbrile problematica sociale nell’insufficienza di politiche attive di ricongiungimento e riqualificazione di quei pezzi di città abitate da fette significative e popolose di cittadinanza.
Da questa frattura è partito il dibattito di ieri sera, spronato dagli interrogativi posti da Giorgio Merlo sulle possibili modalità di governo delle periferie e dal racconto in prima persona di Marco Novello che, evidenziando la faglia fra centro e periferia, ha menzionato l’antinomia fra la riqualificazione eseguita a Mirafiori e la persistenza delle difficoltà. Il contributo di Dario Basile invece, è stato utilissimo nel riportare l’attenzione, anche da un punto di vista storico e sociologico, sulle realtà delle borgate torinesi al tempo della grande migrazione meridionale a Torino, offrendo uno spunto anche per l’oggi. Dopodiché i consiglieri Fabrizio Ricca e Marco Grimaldi hanno ricollocato l’attenzione sulla città di Torino. Il consigliere regionale di Sel, denunciando il livello della crisi sotto la Mole, nell’erosione del reddito e nell’emergenza abitativa, ha indicato le mancanze strutturali delle periferie come figlie dei limiti della riqualificazione e ha sostenuto quanto l’immigrazione non possa esser vista come generatrice di crisi. Il consigliere comunale della Lega, partendo dall’analisi sulle vie dell’immigrazione, ha considerato i disagi sociali e la trasformazione della città, dopo l’epopea di “mamma Fiat”, paventando il rischio che Torino faccia passi indietro se si dimostrerà incapace di affrontare l’allargamento metropolitano e le problematiche periferiche.
In conclusione Simone Rubino ha aperto la fase del dibattito, partendo da quanto emerso nel primo giro di interventi e considerazioni. L’orizzonte principale che ha assunto la discussione è stato soprattutto quello torinese, nel pressoché unitario rimprovero, da parte degli esponenti politici presenti, di Piero Fassino, ritenuto sindaco troppo assente dalla sua città, ma anche nel trasversale richiamo alla necessità di affrontare quell’incompiuto processo di riqualificazione sociale e rigenerazione urbana. Fra risposte parziali e domande scansate, anche a Torino il centro resta sempre troppo lontano dalla periferia.
@simonerubino0

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