Come era logico immaginare non sono passate sotto traccia le parole del direttore finanziario del Comune di Torino Paolo Lubbia che in commissione consiliare ha speigato quali conseguenze negative potrebbero avere gli sgravi economici messi in campo per far fronte all’emergenza Coronavirus sul Bilancio.
La capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Valentina Sganga, replica al direttore: «Non è con il rigorismo che si combatte il coronavirus. Questa emergenza è una sciagura enorme ma voglio illudermi che almeno serva ad aprire gli occhi su quali sono state le conseguenze della gestione neoliberale e rigorista degli ultimi decenni».
Continua Sganga: «Il tentativo di ridurre sempre di più il fabbisogno, di tagliare sempre di più, di privatizzare sempre di più per rispondere alla costante emergenza dei conti pubblici, ha progressivamente divorato la capacità delle istituzioni locali di reagire non solo alle situazioni di emergenza, ma spesso anche a quelle ordinarie».
L’esponente pentastellato va dritta al sodo: «Gli uffici finanziari della Città di Torino ci hanno detto che il solo differimento della Tari, una misura minima e certamente non sufficiente che abbiamo proposto per venire incontro a chi è in difficoltà, aprirà nel giro di 3 mesi una voragine nei conti del Comune se non ci saranno aiuti statali a riguardo».
«Ma davvero vogliamo continuare così? Appena avremo messo il virus alla porta, servirà una mobilitazione ampia e necessaria a riappropriarci della ricchezza dei nostri territori».
«Via il pareggio in bilancio dalla Costituzione e basta con il rigorismo finanziario. Diamo la possibilità ai Comuni di andare in deficit e di accompagnare la ripresa. Diamo la possibilità al Comune di Torino di uscire dalla morsa del debito».
«È un momento difficile, ma è al contempo un’occasione storica da cogliere per cambiare quelle misure che hanno visto progressivamente anteporre i principi della partita doppia ai diritti sociali contenuti nella nostra Costituzione», conclude Valentina Sganga.