Volevano scrivere “Il lavoro rende liberi”, lo slogan che si trova sul cancello di Auschwitz, ma il tedesco non è il loro forte. E così sul muro del celebre liceo classico torinese “Cavour” domenica notte ne è comparsa solo una versione maccheronica già stato cancellato su sollecitazione della Comunità Ebraica della città.
Ma l’indignazione pulsa ancora forte dietro i banchi: lunedì alle otto l’amara sorpresa ha scatenato lo sgomento degli studenti e degli insegnanti, che per ovviare al danno hanno proposto alla preside Maria Clelia Zanini di rimuoverla loro stessi.
Lorenzo Ritorto, uno dei rappresentanti d’Istituto, racconta: «I docenti ma soprattutto noi studenti ci siamo molto indignati e domani durante l’assemblea di Istituto noi rappresentanti informeremo tutti quelli che ancora non sanno dell’accaduto e magari cercheremo anche di aprire una discussione.
Per quanto riguarda i provvedimenti, domenica stessa la scritta è stata cancellata immediatamente per richiesta della Comunità Ebraica, ma ci siamo subito offerti noi di farlo in prima persona».
La Preside oggi ha sporto denuncia contro ignoti e il volto della scuola, di nuovo pulito, non reca più alcun segno, ma inevitabilmente,a scuola, scatta la caccia al colpevole.
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