Chi ha letto la dettagliata cronaca della seduta dell’8 ottobre del Senato pubblicata oggi da La Stampa non può non avere provato un profondo senso di disgusto per il comportamento di senatori del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord, degno del più volgare teppismo da strada.
Interruzioni a non finire mentre relazionava sul documento in discussione il ministro Guglielmo Poletti, tanto da impedirgli di concludere il suo intervento.
Insulti al Presidente del Consiglio (assente perché impegnato a Milano alla Conferenza Europea sull’Occupazione).
Assalto ai banchi del governo con lancio di monetine da parte del capogruppo 5 Stelle Vito Petrocelli, espulso dall’aula ma protetto dai compagni di banda dall’intervento dei commessi.
Graffi, pugni, urla e spintoni, mentre la grillina Sara Paglini mostra su twitter escoriazioni ad un braccio.
Il capogruppo della Lega Gian Marco Centinaio, non avendo nient’altro da fare, scaglia un librone contenente i regolamenti della prima istituzione della nostra Repubblica in direzione del presidente Grasso, che viene sfiorato dall’ordigno.
Si scopre che la vergognosa, avvilente baraonda ha avuto come regista «il diabolico Calderoli – come riferisce il cronista de La Stampa – che aveva mandato avanti i grillini per evitare grane ai leghisti».
Anche Centinaio, però, viene espulso mentre Calderoli, vicepresidente del Senato, con la sua nota faccia da Gianduia «furibondo continuava ad inveire per una presunta violazione del regolamento». Non specificava se si riferiva al lancio del proiettile da parte del suo capogruppo oppure alla conta del minutaggio assegnato agli oratori.
Scene da malavita. Non c’è nulla da aggiungere.