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giovedì, 24 Ottobre 2024

Ruby bis, Berlusconi pagò i testimoni. Ora decide la Procura: rischia l'arresto

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Tutto iniziò il 15 gennaio 2011 nella villa di Arcore. Qui vennero chiamate a raccolta le “olgettine”, le “papi girls”, «le ragazze che erano state sottoposte a perquisizione domiciliare per parlare della questione».
Insomma una reunion per mettere a punto la strategia difensiva. A coordinare il tutto i legali del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo.
«In seguito a questa riunione – scrivono i giudici nella sentenza di condanna di Lele Mora, Emilio Fede, condannati a sette anni, e Nicole Minetti, a cinque – tutte le ragazze, testimoni nel nostro processo, iniziavano a percepire la somma di 2.500 euro ciascuna a tempo indeterminato».
E certo non si trattava di una generosità senza secondi fini: «Questi versamenti di denaro – si legge ancora – a soggetti che devono testimoniare in un processo nel quale colui che elargisce la somma è imputato, nonché in altro processo all’esito del quale colui che elargisce la somma è interessato, in quanto vicenda connessa alla sua, non è una anomalia, ma un fatto illecito. Un inquinamento probatorio».
Dunque lapidariamente scrivono i giudici: Silvio Berlusconi è «gravemente» indiziato di corruzione in atti giudiziari in qualità «di soggetto che elargiva il denaro e le altre utilità» alle ragazze-testimoni. Stesso discorso per Ghedini e Longo e per tutte le ragazze che parteciparono a quella riunione nella villa arcorina. Anche per Ruby e per il suo avvocato Luca Giuliante, i giudici di Milano ipotizzano lo stesso reato per i «vari pagamenti in contanti e bonifici che Karima avrebbe ricevuto periodicamente».
Nelle motivazioni della sentenza i giudici hanno anche fotografato il rapporto di «fiducia-amicizia-interesse-amore (?)» che univa la Minetti all’ex premier. L’igienista dentale è colpevole, secondo il tribunale, di favoreggiamento della prostituzione perché «svolgeva un fondamentale e continuativo ruolo di intermediazione nella corresponsione di stabili erogazioni economiche alle donne che abitavano in via Olgettina, emolumenti che avevano indubbia natura di corrispettivo per l’attività di prostituzione svolta».
Ora la palla passa alla Procura che dovrà decidere come procedere nei confronti di Silvio Berlusconi che, ormai decaduto da senatore, non può più godere dell’immunità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
 

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