La giunta Cota ha i giorni contanti. E in queste ore il viso del governatore leghista del Piemonte è come il suo sito dopo l’attacco di Anonymous: scuro.
Neppure l’aria del Giappone, dove si trova per convincere i giapponese ad investire nel Piemonte, sembra giovargli.
Il suo ultimo giorno a Torino è stato terribile: prima la rissa in Consiglio Regionale, poi i quotidiani che pubblicano la lista delle spese che “faccia d’angelo” avrebbe infilato nella cartella “Rimborsi”. Insomma sull’aereo che lo portava a Tokyo avrà sperato di lasciarsi alle spalle tutto quanto, anche quella condanna in definitiva a Michele Giovine, che con le sue firme fasulle ha creato una lista che contribuii non poco alla vittoria contro la Bresso.
Invece il telefonino di Cota è un continuo squillare di messaggini e i suoi addetti stampa lo tengo costantemente informato sui drammi regionali: i consiglieri del Partito Democratico che hanno deciso di dare le dimissioni e ora pure quelli del centrodestra che voglio comportarsi nella stessa maniera.
Cota San sbraita dalla terra del Sol Levante che la «sinistra non ha digerito il voto» e che «noi andremo avanti». Peccato che nessuno ricordi all’esponente del Carroccio che anche i magistrati stanno andando avanti e quanto pare non hanno nessuna intenzione di fermarsi. Per non parlare del suo programma dove Sanità e Trasporti sono, secondo lui, al primo posto. A quanto risulta ai piemontesi proprio quei due capitoli hanno già subito una bella sforbiciata a suo tempo.
L’impressione, mentre in Regione i caos regna sovrano, è che ormai solo più Cota crede alle parole di Cota.
Sicuramente si andrà alle urne. E non solo perché a gennaio deciderà il Tar sulla vicenda Giovine.
Anche se bisognava farlo tanto tempo fa: quando era già chiaro a tutti che la giunta di centrodestra era “abusiva”.
Comunque sia, meglio tardi che mai. Sayonara Mr. Cota…
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