La storia infinita di Michele Giovine ha finalmente un punto. È decaduto il consigliere regionale capogruppo della lista Pensionati per Cota, condannato per via definitiva a 2 anni e 8 mesi per le firme false che hanno portato all’annullamento delle Regionali. La decisione, presa dalla giunta per le elezioni, ha avuto un travaglio di 13 mesi, visto che Giovine è stato rimosso dal suo incarico a Palazzo Lascaris con un decreto del governo Monti nel dicembre 2012.
La decadenza è stata approvata all’unanimità, con assenti i consiglieri di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e Marco Botta. Astenuta, invece, Sara Franchino, la compagna di Giovine che ha preso il suo posto in Consiglio. Nessun accordo, invece, per quanto riguarda la permanenza di quest’ultima a Palazzo Lascaris: se la maggioranza di centrodestra ha votato a favore, o membri Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono usciti dall’aula dichiarando di non considerarlo un provvedimento urgente.
Ora la sentenza definitiva è in mano al Consiglio Regionale che si riunirà nei prossimi giorni per sancire definitivamente la decadenza, anche se dopo l’annullamento delle elezioni dovute proprio a Giovine, è di fatto un organo inattivo.
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