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mercoledì, 23 Ottobre 2024

Regione, Lega lancia campagna: “Chiamparino a casa”

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La Lega Nord si lancia contro il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino e lo scandalo delle firme false che ha coinvolto lui e la sua Giunta nelle ultime settimane. Così le camicie verdi partono con una campagna di affissioni e gazebo contro il Chiampa, sostenendo che la il voto delle ultime elezioni del 2014, va annullato.
«Deve andare a casa anzitutto per la questione delle firme false – spiega Roberto Cota, ex presidente della Regione oggi segretario della Lega Piemont – io avevo vinto le elezioni del 2010 regolarmente e mi hanno mandato a casa senza motivo, adesso cosa si deve fare, se non annullare il voto, visto che ci sono interi moduli di firme false a sostegno delle liste del Pd e di Chiamparino presidente?». Prevedibile la reazione della Lega che ha visto il suo ormai ex presidente regionale Roberto Cota, accusato dello stesso reato e poi coinvolto nello scandalo Rimborsopoli, in cui lui e diversi consiglieri regionali utilizzarono denaro pubblico per il rimborso di spese personali (come le ormai famose mutande verdi di Cota appunto).
Lo scandalo delle firme false per Chiamparino nasce tutto dal ricorso presentato il 10 luglio scorso dall’ex consigliera provinciale leghista Patrizia Borgarello, con cui ha chiesto di annullare la proclamazione degli eletti della lista “Chiamparino Presidente” e delle liste provinciali di Torino e di Cuneo del Partito democratico e di “Chiamparino per il Piemonte”.
L’altra accusa della Lega nei confronti della Giunta attuale è sulle tasse: «Chiamparino le ha aumentate, quando aveva promesso che piuttosto di farle crescere di un solo euro si sarebbe dimesso. Per quanto riguarda la sanità – spiega Roberto Cota – hanno scimmiottato la nostra riforma, ma l’hanno peggiorata, territorio per territorio, servizio per servizio».
Per Gianna Gancia, capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale «è imbarazzante la situazione di quei colleghi consiglieri che hanno approvato la riforma della sanità di cui si sono appropriati dopo avere eretto le barricate. Per chiudere la brutta pagina della Regione ma anche quella del governo nazionale ci dovrebbe tornare ad elezioni. Ma ho impressione che l’Italia non sia più lo Stato del diritto, ma quello… del rovescio» conclude la Gancia.

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