La storia di Kassim sembra avere un lieto fine. L’uomo di origine marocchine infatti non verrà rimpatriato. Il giudice di pace di Biella che aveva il compito di decidere del suo futuro ha accolto il ricorso contro il decreto di espulsione nei confronti del fruttivendolo di Porta Palazzo che qualche mese fa è diventato famoso per la sua onestà. Kassim infatti, aveva trovato un borsello contenente la pistola di un vigile urbano e dopo averla riconsegnata alle autorità è stato prima premiato dalla Città e dal corpo dei Vigili Urbani e poi portato al Cie di Torino in quanto sprovvisto di permesso di soggiorno.
Una storia che, come prevedibile, ha riscosso non poche polemiche per chi riteneva paradossale e ipocrita il comportamento delle autorità che hanno dovuto comunque seguire delle procedure obbligatorie.
Proprio eri, in Comune, il consigliere di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, che era anche andato personalmente al Cie a fare visita a Kassim, ha chiesto un intervento al sindaco Piero Fassino per impedire il rimpatrio dell’uomo. A preoccupare Marrone era soprattutto la sua conversione dall’Islam al cristianesimo che secondo il consigliere sarebbe costata a Kassim un’accusa di “apostasia” e quindi alla persecuzione religiosa o il carcere una volta giunto in Marocco.
La situazione del giovane fruttivendolo al momento sembra risolta, ma per mettere davvero la parola fine Kassim dovrà attendere fino al 20 febbraio, quando ci sarà l’udienza della commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, che deciderà se respingere la sua domanda di asilo.