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mercoledì, 9 Ottobre 2024

Real Torino 2014. Barbieri: “da 45 anni promuovo il calcio tra i giovani. Ci vuole testa e passione”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

La festa dell’ASD Real Torino 2014, che si è svolta presso la bocciofila Luigi Papale in via Sidoli a Mirafiori, ha offerto uno spaccato dell’entusiasmo e delle difficoltà del calcio cosiddetto minore torinese. Una realtà che coinvolge migliaia di giovani e volenterosi presidenti e tecnici con le loro famiglie.  Una realtà che non è solo gioco e divertimento e che non dispone di risorse se non quelle di personaggi che con tenacia si impegnano per portare avanti queste società.

E’ il caso di Giuseppe Barberi, detto Pino che, insieme al dirigente Pietro Salvatore Bafaro, segue e allena il suo Real Torino 2014 (Seconda categoria  girone E).

Una delle tante realtà del calcio cosiddetto minore, fornace di talenti sportivi maschili e femminili e di lezioni di vita per tanti giovani. 

 “Quando iniziai a giocare a pallone -ricorda Barbieri, rispondendo alla presentatrice Deborah Leone – con me c’era un certo Galderisi detto Nanu”. Dopo essere arrivato alla primavera dell’Atalanta ho capito che il mio ruolo era quella dell’allenatore, coinvolgendo giovani nello sport in realtà non facili.  Ho proseguito a giocare in promozione ed eccellenza, abbandonando i sogni di successo volendo restare vicino alla mia mamma a cui ero molto legato.  Seguendo il monito di Don Bosco ho promosso squadre di bambini a cui mancava tutto a Val Salice e ora sono 45 che sono nel mondo del calcio”.

 Barbieri è molto orgoglioso della figlia Raffaella, centravanti del San Marino Academy (serie B professionisti) mentre l’altro figlio Daniele, dopo l’esperienza tra i granata del Vanchiglia, ha capito che non era destinato a giocare a livelli importanti pur continuando a scendere in campo con formazioni minori.  E confessa: “non trovavo giusto fare l’allenatore di mio figlio”. 

Come allenatore si sente vicino ad Antonio Conte e non al discusso  Allegri da lui ritenuto “molle”. 

E’ impressionante il gruppo di ragazzi coinvolti in queste realtà sportiva dilettantistica. “La nostra è una rosa fin troppo ampia. Siamo in 26 – ammette Barbieri  – e continuiamo a ricevere proposte di giovani calciatori che vogliono passare tra i giallo blu”. 

Il Real Torino nasce nel 2014 da un idea del presidente che si è alimentata nel coinvolgimento e nella disponibilità di tanti giovani da lui già allenati e conosciuti , pronti a condividere il suo progetto e la sua umanità.

Una volontà fortemente condivisa tanto che all’inizio la squadra si autofinanziava con il contributo di tutti, crescendo in fretta come realtà sportiva. “Abbiamo davvero tanti bravi ragazzi ma occorre seguirli e fare in modo che preziosi talenti non vengano presto bruciati”. Barbieri ha una frecciata per una tendenza che privilegia spesso chi arriva da fuori rispetto a ragazzi che avrebbero tutti i numeri per un serio salto di qualità ma che si perdono perché non adeguatamente seguiti e valorizzati”. Il Real Torino punta anche molto sul calcio femminile. 

Il presidente confessa di studiare tutti gli avversari nei dettagli, per avere il quadro dei loro punti deboli e di forza per affrontarli nel migliore dei modi. “Non è un caso che andiamo sempre meglio nel girone di ritorno facendo frutto degli appunti del taccuino”.   

Tenendo in mano la divisa  giallo blu Barbieri ha concluso con un monito rivolto ai ragazzi che fremono dalla voglia di scendere in campo:  “Questa maglia comporta tanti sacrifici. Tutti vogliono giocare. Ma bisogna essere in grado non solo tecnicamente ma mentalmente.  Bisogna stare tranquilli ed imparare dai vecchi”.   

Quello che emerge è un clima familiare in cui anche giocatori avanti negli anni con figli continuano a frequentare una realtà che non è solo sportiva ma ha una forte valenza sociale. Le musiche di dj Moreno e un ricco buffet hanno chiuso i festeggiamenti. 

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