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venerdì, 13 Dicembre 2024

Questione migranti: l'analisi di Gad Lerner

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Riccardo Graziano
Riccardo Graziano
Figlio del boom demografico e dell'Italia del miracolo economico, vive con pessimismo non rassegnato l'attuale decadenza del Belpaese. Scopre tardivamente una vocazione latente per il giornalismo e inizia a scrivere su varie testate sia su carta stampata sia su web.

L’ultima campagna elettorale è stata giocata su alcuni temi principali, dalla legge Fornero alla flat tax, passando per il reddito di cittadinanza. Ma non c’è dubbio che la maggior parte del dibattito si è concentrato sulla questione dell’immigrazione, che tutt’oggi tiene banco. Dopo anni di slogan e campagne mediatiche martellanti, l’opinione pubblica vive ormai l’afflusso di migranti come una vera e propria minaccia, tanto che l’attuale ministro dell’Interno sembra indirizzare tutta l’azione del suo dicastero in questa direzione, consapevole di aumentare in tal modo il gradimento presso l’elettorato. Come se i problemi di sicurezza e criminalità, nel Paese che ha dato vita a mafia, camorra e ‘ndrangheta, fossero legati esclusivamente agli stranieri. Per analizzare la questione e capire le ragioni di questa deriva ed eventuali analogie con un passato che pareva sepolto, ma sembra risorgere, abbiamo chiesto il parere di Gad Lerner, giornalista che per storia personale e professionale ha indagato in modo approfondito questo fenomeno.
Possiamo individuare analogie fra la situazione attuale e quella di un passato non troppo lontano, quando vennero emanate le leggi razziali nel nostro paese e in tutta Europa iniziò la persecuzione di determinate etnie?
Per capire le analogie bisogna prima sottolineare le differenze fra i razzisti di allora e chi oggi semina odio nei confronti dello straniero. Attualmente, nessuno più tira in ballo le teorie pseudo-scientifiche sulla superiorità di determinate razze che allora erano molto in voga. Ormai la scienza ha detto parole chiare sull’infondatezza di quelle teorie, tuttavia coloro che osteggiano gli stranieri si sono “adeguati” facendone una questione culturale. Si sostiene l’inconciliabilità fra le diverse culture, religioni, tradizioni e, conseguentemente, l’impossibilità  della convivenza con lo straniero, col quale deve esserci separazione fisica. Insomma, ognuno a casa propria. Ma anche passando da una giustificazione di tipo “scientifico” a una di tipo “culturale”, le argomentazioni non cambiano, anzi suonano sinistramente uguali.
Le tesi xenofobe dipingono costantemente gli italiani come “vittime”, discriminati da una sorta di “razzismo al contrario”, che privilegerebbe gli stranieri. E queste affermazioni vengono sostenute con una serie di bugie, come il fatto che agli stranieri vengano dati 35 euro al giorno, che abitino in alberghi lussuosi o che vengano loro assegnate abitazioni scavalcando le graduatorie degli italiani aventi diritto, asserzioni prive di fondamento. E con l’assioma che tutte le colpe sono dello straniero, a partire dal giovane esuberante che sarebbe una minaccia per le nostre donne, per arrivare alle teorie complottiste che vedrebbero dietro ai flussi migratori gli interessi degli speculatori internazionali, a partire da Soros, guarda caso un ebreo. Proprio come succedeva negli anni ’30 del secolo scorso.
Tuttavia, se queste tesi xenofobe sono cresciute così tanto, sarà anche responsabilità di chi non è riuscito a disinnescarle o addirittura ha fornito pretesti per alimentarle, a partire dall’UE … 
La questione nodale è che l’Unione Europea è in realtà una “disunione”, nel senso che su ogni terreno è incapace di assumere una politica comune. In particolare sulla questione migratoria l’UE non è riuscita a dare una risposta coesa ed efficace su qualunque aspetto del problema, dal salvataggio alla riallocazione dei profughi. Soprattutto, sono stati chiusi tutti i canali sicuri e legali per arrivare in Europa, consegnando il monopolio  dei flussi migratori alle organizzazioni criminali che si arricchiscono col traffico di esseri umani. Il fatto che le nazioni europee abbiano azzerato la concessione di visti d’ingresso ha di fatto “regalato” migliaia di disperati  agli scafisti, quegli stessi criminali che ora con ipocrisia e solo a parole dicono di voler contrastare.
Anche la Sinistra, o perlomeno la parte politica che si dichiara tale, ha le sue colpe …
La Sinistra ha avuto un cedimento culturale, per paura di perdere consenso ha rinunciato a molti dei suoi valori fondanti, a partire da quello dell’uguaglianza. Si è usata la paura della gente come alibi per accantonare i propri valori e mettere in campo strategie come quella del blocco degli sbarchi, con gli accordi presi dall’allora ministro Minniti con i capi tribù libici, che erano gli stessi che organizzavano il traffico di migranti sui barconi. L’Italia, per fermare il traffico, ha finanziato i trafficanti. In questo modo si è fatto il gioco della destra e si è persa l’anima.
Anche alla luce del risultato elettorale svedese, che premia l’ultra destra in un Paese civilissimo e attento al benessere dei propri cittadini, occorre comunque porsi una domanda scomoda: non è che hanno ragione “loro”, a dire che l’immigrazione crea problemi?
Non c’è dubbio che l’immigrazione pone problemi grandissimi, culturali e pratici. Ma vogliamo tenere alcuni punti fermi? Per esempio, dovrebbe continuare a valere il principio che a parità di contributi corrispondono pari diritti, smentendo le bugie che vengono raccontate per far credere che agli stranieri si concede più che agli italiani. Altrimenti è fatale che la gente arriverà a chiedere che determinate prestazioni siano riservate agli italiani, per non dover dividere con altri una torta che sta diventando sempre più piccola.
Ecco, forse il problema è proprio questo, che la torta sta diventando  sempre più piccola per la maggior parte delle persone, perché alcuni – pochissimi –si accaparrano fette sempre più grandi, fomentando poi le guerre fra poveri, per  contendersi le briciole. La Destra, geneticamente dalla parte dei ricchi, sta assolvendo egregiamente la propria parte, aizzando il popolo contro gli stranieri, individuati come causa di tutti i mali. La Sinistra pare invece aver smarrito sé stessa, troppo presa a blandire i mercati e a strizzare l’occhio al mondo degli affari per ricordarsi delle proprie prerogative fondanti, quali la ricerca della giustizia sociale e la redistribuzione del reddito mediante un’imposizione crescente. Ha rincorso la Destra, appiattendosi sulle sue posizioni e così facendo ha perso il proprio elettorato, senza riuscire a conquistarne di nuovo. E ora, in questa Italia incattivita e succube di decenni di propaganda euroscettica, xenofoba e razzista, sarà molto dura riuscire a riprendere in mano il timone e cambiare rotta.

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