Questa mattina all’udienza davanti al Gup per il processo Ream la sindaca chiederà il rito abbreviato, come conferma lei stessa: «Sono infatti – spiega la prima cittadina Chiara Appendino – fermamente convinta di aver sempre operato nell’interesse della collettività e della Città».
«Penso – continua Appendino – che questa mia scelta, garantendo una più rapida definizione del processo vada nell’interesse anche della città che rappresento».
L’accusa per la sindaca è di falso e abuso d’ufficio per la vicenda che riguarda il debito da cinque milioni di euro che il Comune di Torino aveva nei confronti della società Ream, in qualità di caparra versata e da restituire per la mancata conclusione dell’accordo di acquisto dell’area Ex Westinghouse. Cifra che per non è stata iscritta nel primo bilancio della amministrazione Appendino.
Per questa vicenda sono imputati anche l’assessore al Bilancio Sergio Rolando, il dirigente del Comune di Torino Paolo Lubbia e l’ex capo di gabinetto della sindaca Paolo Giordana, accusati anch’essi, dai pm Marco Gianoglio ed Enrica Gabetta, di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Un’inchiesta nata dopo l’esposto presentato in Procura dal capogruppo del Pd Stefano Lo Russo e dal consigliere di opposizione Alberto Morano.