«Sono innocente, gli inquirenti devono cercare il vero colpevole». È questo l’appello di Francesco Furchì, l’unico imputato per la morte di Alberto Musy, colpito da alcuni colpi di pistola due anni fa.
Il presunto colpevole da sempre si dichiara innocente e per questo ha fatto lo sciopero della fame e della sete finendo all’ospedale Molinette, in cui è ancora ricoverato.
I medici gli hanno imposto di tornare a bere perché c’era il rischio di un blocco renale, l’uomo, però, continua a non mangiare. «Non sta bene – commenta uno dei suoi legali, Mariarosaria Ferrara -. Stamattina ho chiesto l’autorizzazione a farlo visitare da un nostro medico. Era molto provato. E’ ulteriormente dimagrito. L’ho visto davvero in difficoltà»
Il prossimo 31 marzo Furchì siederà davanti alla Corte d’Assise nel suo processo che lo vedrà sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio premeditato. Un’udienza a cui il presunto uomo con il casco non vuole mancare: «Vuole venire anche in barella – conclude il legale – vedremo cosa decideranno i medici».
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