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domenica, 8 Settembre 2024

Presunto accordo Fenix-Appendino: chieste comunicazioni in aula e un “question time”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

di G.Z. 

L’amministrazione Appendino sta cercando un accordo con gli occupanti del Fenix come viene raccontato in un articolo di un quotidiano online torinese?
È quanto vogliono capire le opposizioni in Sala Rossa, dopo che è stata data la notizia che alla Questura non sarebbe arrivata nessuna richiesta di sgombero ma al contrario ci sarebbe una presunta trattativa in corso per assegnare lo spazio agli occupanti attraverso un progetto.
Per questo Mimmo Carretta del Partito Democratico ha presentato una richiesta di comunicazioni urgenti della sindaca in aula «alla luce delle indiscrezioni giornalistiche per le quali l’Amministrazione comunale non avrebbe ancora richiesto alle Autorità competenti alcuna richiesta di sgombero della struttura». Mentre Fabrizio Ricca della Lega Nord un “question time”. Lunedì quindi si dovrebbe capire meglio la situazione su un fronte o sull’altro.
Il Fenix venne sgomberato nel 2005 insieme ad altre due case occupate, Alcova e Rosalia, in previsione delle Olimpiadi, dopo un blitz che portò all’arresto di sette persone. Il 20 luglio del 2005 fu messo sotto sequestro e poi murato.
L’operazione aveva avuto origine dopo gli scontri avvenuti un mese prima in via Po in seguito all’accoltellamento di due anarchici aggrediti dentro una casa occupata, il Barocchio, da un gruppo neofascista.
Il Fenix, che nell’altra vita più che uno squat era un centro di documentazione contro la repressione, si trova ai Giardini Reali, all’angolo tra corso San Maurizio e via Rossini, ed era da tempo abbandonato.

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