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domenica, 8 Settembre 2024

Piero Pelù fa saltare i nervi al Pd: “Renzi, boyscout di Gelli, sei un bugiardo”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma. Sul palco Piero Pelù. Ma a far parlare di lui non è certo la sua esibizione canora, bensì quanto da lui detto in merito al premier Matteo Renzi.
Dal palco infatti è echeggiato l’epiteto con cui Pelù ha apostrofato il fiorentino «il boy scout di Licio Gelli», una sorta di giovane marmotta della loggia massonica segreta P2.
Poi il cantante dei Litfiba si è dilungato in analisi politiche: «Deve capire – ha detto il cantante – che in Italia c’è un grande nemico ed è un nemico interno, è la corruzione, la disoccupazione, il voto di scambio, la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra. La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi stessi».
E poi, commentando il bonus di 80 euro in busta paga: «Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro».
Nel comizio di Pelù c’è spazio anche per l’acquisto degli F35: «Le spese militari per gli F35 rubano i soldi alla scuola e agli ospedali».
Oggi secondo giorno di diatriba e il cantante rincara la dose: «Matteo Renzi è un bugiardo – scrive su Facebook – e mente in maniera spudorata sapendo di mentire nei miei confronti. Su di me cazzate ad alzo zero».
Intanto dal Pd si fa quadrato attorno al premier. Pina Picerno risponde al rocker: «Quando la politica va veloce succede che il rock diventa lento». «Probabilmente era impegnato in una registrazione di “The voice” e non si è accorto di quanto stava avvenendo nel nostro paese – continua la capolista del Pd alle europee per la circoscrizione sud – forse non sa che gli 80 euro che il governo Renzi ha deciso di redistribuire a chi ha sempre pagato non sono un’elemosina come l’ha definita lui, ma il primo passo verso l’equità sociale che noi del Pd vogliamo assolutamente riportare in questo paese. Mi dispiace – conclude – che a dire no a questi 80 euro sia una persona fortunata e benestante grazie al suo talento. ogni tanto però bisognerebbe uscire dai panni del rocker milionario e indossare quelli di chi vive con mille euro al mese».
La querelle tra Renzi e Pelù nasce qualche anno fa. Come ricordano i piddini qualche hanno fa “Demolition man”, allora sindaco di Firenze, lo aveva rimosso dal ruolo di direttore artistico dell’Estate Fiorentina. E così dal suo profilo Facebook Pelù ha evidenziato «per la milionesima volta che io ho creato FI.ESTA (FIrenze. ESTAte) nel 2007 con la vecchia amministrazione Domenici ma dopo 10 mesi di superlavoro ho lasciato quell’incarico di mia spontanea iniziativa perchè non mi piacevano i giochi sporchi che si facevano con il denaro pubblico. Chiaro ora? Ho lasciato io nell’ottobre 2007».

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