di Eleonora Artesio *
“Eh già ..! Non ho firmato la richiesta che il consigliere, capogruppo, ex assessore Lo Russo mi ha sottoposto dopo che gli era già stata negata la richiesta di comunicazioni in Consiglio.
Non tanto per la forma (la rivoluzione non è un pranzo di gala e il consigliere con quegli atti pensa proprio di “rivoltare” i destini del credito 5 Stelle e, simmetricamente, quelli del suo partito), quanto piuttosto perché il rapporto tra libertà di espressione e degenerazione in intolleranza e violenza è un tema sottile, da maneggiare con prudenza (lo ha ricordato perfino il Questore, Dr. Sanna, segnalando l’impegno a consentire a tutti di manifestare, pur garantendo la sicurezza) da gestire non come una clava per colpire il nemico elettorale, ma con la ragione, perché le differenze sono il sale della democrazia e devono manifestarsi senza prevaricazioni e senza intimidazioni.
Proprio non ce la fa, però, il Pd (o chi ne è portavoce in Consiglio comunale): la piazza è la piazza e non importa se vi abbiano sfilato partiti storici (per quanto di storia si possa rintracciare nella nostra cronaca politica); gli antagonisti (a che? a chi?) sono i centri sociali (da identificarsi sempre, soltanto e subito con qualche loro esponente indagato o arrestato) e non coloro che lì o altrove hanno espresso qualche dubbio sulle prospettive di sviluppo celebrate al G7.
L’ho fatto anch’io, non al corteo, in luoghi di dibattito politico e culturale, quindi sono una pericolosa antagonista? Non so quanto il consigliere Lo Russo terrà ancora al dibattito, dopo la visibilità televisiva del suo scontro verbale col Vicesindaco. Se si farà interverrò volentieri, nella speranza che il Consiglio comunale sia ancora il luogo in cui alberga la sapienza, non un set cinematografico.
*capogruppo in Consiglio comunale di Torino in Comune
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