di Saverio Mazza*
Non ho mai nascosto che il confronto fra diverse proposte che attraverso il Congresso possano essere discusse tra gli iscritti, sia un valore aggiunto e non un “pericolo” da scongiurare.
L’immagine di un PD che sembra “evitare” la discussione per non “dividersi”, anziché valorizzarla, mi ha sempre fatto riflettere. Detto ciò, non posso che constatare un importante passo in avanti rispetto alla mera discussione su una “rosa di nomi” da condividere.
Un’apertura ad un dialogo non già teso ad individuare una mera candidatura unitaria, ma, come auspico anche io, un percorso che definisca una proposta politica unitaria. E la differenza non è banale, perché si passa da un ragionamento incentrato sulla persona a uno sulla piattaforma politica da costruire. È mio auspicio, come di tanti, che il programma del candidato segretario più che un blocco unico di proposte “prendere o lasciare” sia la definizione di punti cardine da lasciare come traccia per un “libro aperto” proposto a tutto il PD, non solo alla maggioranza.
Se congresso unitario sarà, dunque, sia vissuto come un’opportunità per rafforzare la futura segreteria e dunque tutto il PD.
*responsabile organizzazione Partito democratico