Si era parlato di disgelo del Pd, ma il primo tentativo di scongelamento non è stato immediato come forse si aspettavano i protagonisti.
Stiamo parlando dell’incontro tra Fabrizio Morri, il neo segretario del partito, dilaniato da faide interne da due settimane a questa parte, e quelli che sono stati i suoi avversari nella corsa alla carica: il suo predecessore Alessandro Altamura, il sindaco di Settimo Aldo Corgiat e lo sfidante Matteo Franceschini Beghini. Un incontro per «fare chiarezza» sul caos tessere che sta imperversando in tutta Italia ma di cui la Provincia di Torino rappresenta uno dei casi più eclatanti. Un incontro che però, finora, non ha ancora portato i risultati sperati. Se Altamura, alla vigilia, affermava di essere animato da una chiara «volontà pacificatrice» Morri, al termine, parla di un summit non ancora concluso, che continuerà «forse in serata, forse domani».
Del resto, i punti da sviscerare sono tanti e non certo leggeri. Tutto il Paese già parlava della bufera nel capoluogo subalpino, tra irregolarità, ritardi nelle nuove iscrizioni, boom di iscritti dell’ultima ora e persone pagate per votare. A tutto questo si è aggiunto lo scandalo di Barriera di Milano, con le dimissioni del neo segretario del circolo Vincenzo Iatì, 48 anni, ex presidente della Circoscrizione 6, un passato con precedenti penali per furto e ricettazione e intercettazioni di telefonate con esponenti della ‘ndrangheta. Un polverone a cui è seguita l’auto sospensione del senatore del Pd Stefano Esposito, avvenuto dopo una zuffa via web con la parlamentale del suo stesso partito Paola Bragantini, anch’essa proveniente dalla Circoscrizione 6 dove esercita tuttora una notevole influenza. «I tuoi modi violenti, le tue spifferate, i dossieraggi, tutte cose a cui siamo abituati, da quando ero una ragazzina. Ma io non ho paura dei tuoi ricatti» ha scritto su Facebook la Bragandini, dopo essere stata accusata da Esposito di essere stata «beccata con le mani nella marmellata». Una polemica pesante, a cui è seguita l’auto sospensione del senatore, che sulla sua pagina Facebook ha motivato la decisione definendo la difesa di Iatì del partito «davvero sospetta».
La conclusione dell’incontro tra Morri, Altamura, Franceschini Beghini e Corgiat dirà se gli animi, almeno superficialmente, si sono placati.
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