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mercoledì, 4 Dicembre 2024

Partito Democratico: dieci anni in cammino e ancora molta strada davanti

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Domenica pomeriggio sarò a Moncalieri per illustrare il documento programmatico di Mimmo Carretta, candidato alla segreteria provinciale del Pd, e poi mi recherò al Circolo di San Salvario per votare il nuovo segretario e il nuovo direttivo. Il miglior modo per festeggiare i dieci anni del Partito Democratico.
Un partito dove il confronto, il dibattito e il voto e non i click sul web sono il metodo per definire la linea e per scegliere il gruppo dirigente.
Un partito che non vive in una realtà virtuale, ma che è fatto di persone vere, di sezioni, circoli, aperti e inclusivi, che vanno a costituire una comunità che ha il solo scopo di perseguire l’interesse generale.
Il Partito Democratico è uno dei pochi, se non il solo, grandi partiti nel mondo occidentale ad essere nato non in seguito ad un conflitto bellico, una rivoluzione o ad un forte scontro sociale, ma al termine di una lunga transizione costruttiva iniziata nei primi anni ‘90 in seguito ai fatti di Tangentopoli.

Allora io ero un giovane amministratore locale, di formazione repubblicana e mazziniana, che contribuì significativamente alla nascita della lista civica Alleanza per Torino, il prodotto originale, ancora una volta, di quello straordinario laboratorio sociale e politico che sa essere da sempre la nostra Città. I Comitati per l’Italia che vogliamo, l’esperienza di Romano Prodi e la novità rappresentata dall’Ulivo furono il naturale approdo per chi come me e come i miei compagni di viaggio, con cui eravamo impegnati a dare nuove occasioni di sviluppo e di rilancio della nostra Città, voleva fortemente che anche in Italia si aprisse una nuova stagione di riforme e che l’Europa ci vedesse come protagonisti e non più come zavorra. Così fu anche ad inizio degli anni Duemila con la Margherita, un passaggio necessario per giungere finalmente a quel partito dell’Ulivo tanto immaginato, desiderato.
Per queste ragioni fatico ad accettare le semplificazioni che tengono a definire gli appartenenti al Pd come ex di qualcos’altro: mi sento e ci sentiamo come dei viaggiatori che trovando finalmente una casa che possono sentire come propria sono già pronti ad intraprendere un nuovo viaggio.
Non a caso il primo manifesto del Pd rappresentava un giovane papà con il figlio sulle spalle, di fronte a loro un sentiero e una scritta sulla maglietta: sono Partito Democratico e non torno indietro. E non a caso lo slogan spesso usato a dieci anni di distanza è: in cammino.
Perché queste immagini, questi slogan, riassumono bene cosa è e cosa vuole essere il Partito Democratico: non un oggetto immobile, ma un soggetto in movimento, che sa affrontare le sfide che abbiamo di fronte. Che non si ferma a cercare un colpevole, ma che si impegna a trovare le soluzioni.
Che sa ascoltare, sa dibattere e poi sa fare sintesi. Sa assumersi le responsabilità di chi è chiamato a governare, a prendere decisioni, ad accorciare la distanza tra quanto viene promesso e quanto viene realizzato.
Con tanto entusiasmo e con tanta fatica abbiamo intrapreso questo viaggio dieci anni fa e abbiamo ancora tanta strada da fare, insieme, davanti a noi: auguri a tutte le democratiche e a tutti i democratici e…avanti, in cammino!

*senatore Pd

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