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sabato, 27 Luglio 2024

Parco della Salute, Grimaldi (LUV): Giusto aumentare i posti letto, ma l’alta complessità non è l’unico luogo della qualità

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Questa mattina la Commissione Sanità ha ascoltato le comunicazioni dell’Assessore Icardi sullo stato dell’arte del Parco della Salute di Torino.

Da quando si è cominciato a discuterne, sono passate cinque legislature regionali e si sono succeduti dieci governi nazionali differenti.

«Non possiamo tornare indietro» dichiara il Capogruppo di LUV Marco Grimaldi «la situazione strutturale delle Molinette rende improrogabile la costruzione della nuova opera. Serve un’attenzione particolare nei confronti di alcuni percorsi di cura: in primis l’assistenza alle gravidanze, in particolare a quelle complicate, deve stare nell’interno del Parco della Salute, perché soltanto la presenza di reparti specialistici medici e chirurgici nella stessa struttura garantisce la sicurezza delle donne, che altrimenti si troverebbero costrette a essere trasportate in ambulanza dal Sant’Anna (che accoglie la maggioranza delle partorienti) al Parco della salute; in secondo luogo, il Regina Margherita, realtà unica in Italia di “policlinico pediatrico”, deve essere collocato nel Parco della Salute con un adeguato numero di letti, che garantisca il mantenimento delle diverse specialità pediatriche».

Il Parco della Salute consentirà di concentrare in una nuova struttura all’avanguardia le attività ad alta complessità degli ospedali della Città della Salute. Tuttavia, al momento, non esiste ancora un vero e proprio progetto. Si attendono, come ha ricordato l’Assessore, l’opera di bonifica dell’area (e dunque un capitolato che contenga garanzie sulle normative ambientali e di sicurezza per avviare la gara) e la decisione in merito alla possibilità di aprire il dibattito pubblico prima di realizzare l’opera.

«L’alta complessità e l’eccellenza sono cose diverse» conclude Grimaldi «bisogna da un lato garantire l’autonomia e l’elevata qualità delle cure in campo materno e infantile, anche aumentando i posti letto, dall’altro far sì che i diversi quadranti del territorio (spoke) assolvano le funzioni che prima venivano svolte dagli ospedali monospecialistici».

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