Che il magistero di Papa Francesco sia destinato a segnare la storia nella esperienza millenaria dei cattolici è cosa nota. Ma il Suo magistero è destinato a segnare in profondità anche il rapporto tra i credenti e la storia, tra la parola del Vangelo e l’umanità nel suo complesso. E, soprattutto, tra il messaggio di Cristo e la società contemporanea.
Ora, come ovvio, senza entrare nei dettagli dei vari interventi che dispensa nei luoghi più diversi del continente e con le persone più varie, è indubbio che la parola di Papa Francesco sta scuotendo fortemente le coscienze. E non solo quelle dei credenti. Certo, innanzitutto dei credenti.
In queste poche righe mi voglio soffermare solo su questo aspetto. E cioè, sul rapporto tra i cattolici e la società circostante. A cominciare da quella italiana. Mi verrebbe subito da dire che appartengono ormai alla storia le categorie che abbiamo conosciuto anche solo in un recente passato: penso al collateralismo tra i cattolici e un partito; alla centralità dei cosiddetti “valori non negoziabili”; allo “scambio” tra il potere politico e il potere religioso, il famoso “gentilonismo” di fine ottocento; al rischio della confessionalizzazione o clericalizzazione della politica da parte delle gerarchie ecclesiastiche; allo stesso dibattito sul partito che rappresenta la maggioranza dei cattolici.
Insomma, temi e riflessioni che hanno caratterizzato per molti anni lo stesso dibattito politico italiano, e non solo italiano, e che sono ormai argomenti archiviati e del tutto storicizzati. Per non parlare dei temi che da lungo tempo rappresentano divisioni e confronti accesi nella comunità cristiana e non solo: dalla comunione ai divorziati risposati alla regolamentazione giuridica tra l’unione di persone dello stesso sesso; dal ruolo della donna nella Chiesa cattolica al capitolo della “povertà”, e non solo all’interno della Chiesa. E cioè, al delicato e fondamentale tema della “mission” e del ruolo degli operatori ecclesiastici, siano essi sacerdoti, vescovi, cardinali o laici.
Dunque, la ventata di rinnovamento e di cambiamento intrapresi da Papa Francesco interpella tutti, laici e credenti. Il suo messaggio potente, e al tempo stesso semplice, raccontato con parole persino elementari, è destinato a scuotere tutte le coscienze. E la popolarità e l’adesione che riscontra in tutto il mondo non è dovuto soltanto al ruolo che attualmente esercita ma proprio alla potenza e alla semplicità del suo messaggio.
Papa Francesco racconta e divulga la parola di Cristo attraverso la credibilità della sua persona e l’efficacia del suo messaggio, destinato a cambiare in profondità non solo il rapporto dei cattolici con il mondo ma anche a far riconsiderare vecchi pregiudizi e ridicole preclusioni dei non redenti nei confronti del messaggio evangelico e della parola della Chiesa.
Ecco perché la riflessione, quotidiana e attenta, sul pontificato di Papa Francesco ci obbliga tutti a rivedere vecchie categorie e vecchie analisi. È un messaggio rivolto a tutti. Per questo non può e non deve essere sottovalutato.