di Giulia Zanotti
Una scelta difficile e dolorosa, ma presa per il bene della città di Torino. Così la sindaca Appendino si è espressa a proposito della delibera con cui si autorizza l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente, annullando di fatto la precedente mozione, presentata dal gruppo consiliare dei Cinque Stelle, che impegna la giunta a non ricorrere più a questo strumento.
«A questa maggioranza, a questo Comune e a questa amministrazione deve essere chiaro qual è il nostro orizzonte: mettere in sicurezza la città e i suoi conti anche con scelte dolorose e sofferte» ha precisato la prima cittadina, insistendo sul fatto che «rispetto al bilancio previsionale 2016 le condizioni sono cambiate».
In particolare per Appendino mancano all’appello «circa 100 milioni, a cominciare da 44 milioni di utili di avanzo usati in spesa corrente e che oggi non abbiamo più. A questi si aggiunge anche la necessità di coprire i mutui di Gtt e InfraTo per circa 30 milioni». Insomma, per risolvere la spinosa questione dei conti della Città la giunta Appendino userà gli onori di urbanizzazione: «una scelta difficile di cui mi assumo la responsabilità ma fatta in un contesto di cui anche qualcun altro ha responsabilità».
La votazione sulla delibera intanto è stata rinviata al prossimo Consiglio comunale per discutere i circa 200 emendamenti che ha presentato il capogruppo delle Lega Nord Fabrizio Ricca. Sulla questione si è però espresso anche l’ex sindaco Piero Fassino, chiamato in causa dalla stessa Appendino: «Non ho mai rimproverato ai sindaci precedenti di aver trovato un debito perché so che non è stato creato da uno sforamento della spesa corrente ma per una politica di investimenti e in 20 anni Torino ha conosciuto la più grande mole di investimenti dagli anni ’60».
Fassino ha poi commentato anche la notizia dell’apertura di un’istruttoria da parte della corte dei conti sui Bilanci della città per gli anni 2015 e 2016. «In 5 anni qui si sono compiuti tutti atti nel rispetto della legge e non si è mai compiuto alcun illecito». L’ex primo cittadino ha difeso anche l’assessore al Bilancio della sua giunta, Gianguido Passoni, «un uomo a cui in quest’aula è sempre stato rimproverato un eccesso di rigore e prudenza, non certo di avere le mani bucate».