Condannato a trent’anni di carcere Said Mechaquat, l’assassino reoconfesso di Stefano Leo, sgozzato mentre camminava sul Lungo Po il 23 febbraio 2019.
La sentenza è arrivata dopo il processo che si è svolto con rito abbreviato. Lo stesso Said aveva confessato l’omicidio dopo essersi consegnato ai carabinieri dicendo di aver agito solo per sfogare il suo disagio interiore e che non conosceva la vittima.
“La giustizia ha fatto il suo corso” ha commentato Mariagrazia Chiri, la mamma di Stefano Leo. “Credo che la sentenza parli da sola. Noi siamo stati sempre fiduciosi e abbiamo avuto ragione ragione. Il lavoro che hanno fatto gli investigatori e i pubblici ministeri è stato eccelso. Stefano non è mai andato via, è qua anche adesso con me”.
Mentre gli avvocati difensori di Said si dicono sicuri che in secondo grado di potrà ridiscutere la pena “Non abbiamo vinto e certamente pensavo in qualcosa di meglio, ma sono sicuro che in appello la pena sarà ridotta – afferma l’avvocato Basilio Foti – Ritenendo le attenuanti generiche subvalenti alle aggravanti hanno mortificato quello che e’ un atto favorevole all’imputato. Non dimentichiamo che Said ha confessato e si è costituito. Di questo bisognava tenerne conto”.