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giovedì, 24 Ottobre 2024

Olimpiadi 2026 il Coni presenta la candidatura unitaria. Per Torino poca roba

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Tre città per la candidatura, tre location per Torino. Verrebbe da dire “poca roba”. Già, perché alla fine per le Olimpiadi Invernali 2026 l’Italia porterà davanti al CIO il dossier CONI che vede Torino-Milano-Cortina come candidatura.
Mentre Giuseppe Sala, sindaco di Milano, in polemica con Malagò, non vuole governance, ma solo ospitare eventi e gare, Cortina sembra quella che farà la parte del leone.
E Torino? Ha già vinto la medaglia d’oro delle polemiche, soprattutto in seno ad una maggioranza pentastellata che ha messo in difficoltà la sindaca Chiara Appendino.
Per le medaglie quelle veramente olimpiche il capoluogo piemontese sarà coinvolta con l’assegnazione dell’hockey al Pala Alpitour, il pattinaggio di velocità all’Oval e una Medal Plaza, in piazza Vittorio.
Sestriere avrà una parte dello sci alpino, slalom speciale, e sarà l’unica città delle Valli piemontesi coinvolta nei Giochi.
Non ci sarà bisogno di un altro Villaggio Olimpico, come invece era nel dossier dell’architetto Alberto Sasso, in cui si parlava di realizzarlo negli stabilimenti dell’ex Thyssen Krupp.
In Valtellina quattro discipline (biathlon, freestyle, sci nordico e snowboard) e la Val di Fiemme le il salto e la combinata nordica.
I villaggi saranno tre a Milano (992 posti), a Sondalo (1.315 posti) e a Cortina (1.146 posti).
Secondo il dossier che il presidente Giovanni Malagò presenterà al CIO che dal 6 al 10 agosto sarà in Italia, la candidatura unitaria prevede un investimento totale di 376,65 milioni di euro.
Intanto il governo darà il suo sostegno a patto che Torino, Milano e Cortina non facciano passi indietro. Lo spiega il sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento davanti alle commissioni Istruzione e Cultura di Camera e Senato
«È apprezzabile lo sforzo del Coni e del presidente Giovanni Malagò per dare una proposta unitaria e credibile. Ed il Governo si riserva di valutarla».
«Il governo sostiene la candidatura se le città interessate rinunciano a una parte significativa di ambizioni», ha concluso Giorgetti.

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