di Moreno D’Angelo
Nelle crisi c’è sempre chi ci guadagna anche sotto la Mole. L’arcivescovo di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia, denuncia : «C’è una parte di Torino che dalla crisi ha tratto anche qualche vantaggio se è vero che in questi ultimi si è registrato un aumento dei depositi bancari». L’appello di Nosiglia chiede che vengano privilegiati gli investimenti produttivi, quelli diretti a lavoro e imprese.
Nel suo commento precisa: «Il principio che i soldi si fanno con i soldi e dunque con l’accumulo ed il possesso, mantiene la sua innata forza di convincimento a scapito di investimenti produttivi, ma anche più rischiosi, sul lavoro e le imprese».
La realtà è che il vero dramma è il crollo degli investimenti produttivi, per non parlare di quelli dall’estero. Senza una svolta decisa le decantate start up e le magie della Smart City resteranno piccoli prototipi in un contesto di persone e famiglie sempre più povere. Il monito di Nosiglia ricorda gli strali di Lenin prima della rivoluzione d’ottobre, contro coloro che vivevano stracciando cedole delle obbligazioni: gli odiati rentiers.
E’ comunque un dato che gli unici che si siano arricchiti in questi anni di crisi siano investitori in genere over 65 particolarmente presenti nel business edilizio immobiliare.